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il 6 Ott 2021

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60 ore in treno per giocare il The Reunion WSOP: la storia di Michael Muniz

60 ore in treno per giocare il The Reunion WSOP: la storia di Michael Muniz

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Negli Stati Uniti il fascino che esercitano le World Series of Poker va oltre i confini della immaginazione, per noi italiani che quotidianamente, nostro malgrado, vediamo il poker sbrigativamente relegato alla sfera dell’azzardo.

Oltreoceano il poker è molto più di un ‘semplice’ gioco: se avete dubbi lo riconferma l’incredibile viaggio di Michael Muniz.

I giorni scorsi il 64enne residente a Queens, New York, è rimasto in treno sessanta ore (60!) per arrivare a Las Vegas e giocare il primo evento World Series della sua vita. Una vita travagliata e fuori dal comune.

 

Niente aereo

Ai colleghi di PokerNews Muniz ha spiegato che non viaggia in aereo perché ha paura di volare e che per lui passare due giorni interi in treno non è stato affatto un problema.

“Sono stato fortunato, per una ventine di ore i sedili intorno al mio erano vuoti quindi è stato molto confortevole”.

Coi treni il 64enne ha un rapporto particolare. Per 24 anni ha lavorato per la compagnia dei trasporti, in precedenza, quando era un senzatetto, gli capitava spesso di dormire nei vagoni.

Il viaggio in treno di Muniz – clicca per ingrandire

 

Un passato di luci e ombre

Negli anni ’80 infatti la vita di Muniz ebbe un vero e proprio tracollo. Da un giorno all’altro perse tutto a Wall Street e diventò un homeless.

Il punto più basso lo raggiunse nel 1989, quando venne arrestato. Da allora ha rigato dritto e proprio oggi per lui cade una ricorrenza particolare:

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“Dal 6 ottobre 1989 non ho toccato più birra o droghe, sono esattamente 32 anni – dice. Michael si è poi buttato anima e corpo nel poker. Ancora di più dopo il 2014, quando perse le moglie.

Il poker non le piaceva ma non è mai arrivato a essere un problema nel rapporto di coppia.

 

Il poker come salvezza

Per Muniz giocare alle World Series Of Poker è stato il coronamento degli insegnamenti ricevuti dal nonno quando era piccolo.

Prima di questa trasferta a Las Vegas il 64enne aveva giocato soprattutto in un club della Grande Mela chiamato ‘Big Boys Poker Club”, di cui indossava con orgoglio la maglietta al Rio.

Finora il giocatore vanta uno score di 38 mila dollari incassati in tornei dal vivo, con un secondo posto da 12.136$ a un evento WSOPC del Massachusetts nel 2013.

Al “The Reunion WSOP” le carte non sono girate come sperato e Muniz non è riuscito ad accedere al Day2 del torneo da cinque milioni garantiti. Michael ci ha poi riprovato all’evento 8 WSOP, 600$ Deepstack, ma non è andata molto meglio. La saggezza acquisita negli anni adesso gli sconsiglia di sedere a tavoli cash game:

“Ho giocato cash game a giugno ma sono il peggior giocatore del mondo a cash game! Nei tornei ho più pazienza, riesco ad aspettare, c’è molta più strategia rispetto al cash game.”

Ma Muniz è soddisfatto così: è vivo, è sobrio, ha una figlia e cinque nipoti che ama ed è riuscito a coronare il sogno di giocare le World Series Of Poker. Il fatto che per farlo ha dovuto passare 60 ore su un treno è un dettaglio ininfluente.

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