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il 9 Apr 2017

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PartyPoker Millions – Scarpitti: “La tecnica conta più del trash talking, ma il mio forte…”

PartyPoker Millions – Scarpitti: “La tecnica conta più del trash talking, ma il mio forte…”

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Uno stack da 20bb a 4 livelli da fine Phase1A.

Il futuro di Vincenzo Scarpitti in questo PartyPoker Millions è quantomai incerto, ma l’ultima mano prima del break in cui lo abbiamo intercettato, è ciò che ci convince definitivamente ad avvicinarlo.

Apertura di Davide Della Bernarda da Utg a 25.000 (2.5x), chiama solo Scarpitti da bottone con 18bb, passano i blinds.

Flop Q46.

Check per Della Bernarda, bet 20.000 Scarpitti: “Dai, al massimo avrai K-J come prima… – sussurra

Davide chiama. Turn 3. Check, Scarpitti betta 30.000: “Non puoi mai essere buono qua, dai…”

Davide ci pensa un po su e folda A10, Vincenzo mostra a sua volta A10: “Caro mio, la posizione è tutto…”

Appassionato navigato, Vincenzo è uno che la sa davvero lunga:

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“Il poker è sempre stato un hobby, ho sempre dovuto conciliarlo con il lavoro e la famiglia. Ora che sono in pensione posso godermi questa seconda vita, ma devo ancora decidere cosa fare da grande… Valuterò con calma quali tornei affrontare, questo Millions sembrava interessante, ma la mia casa base resta il casinò di Campione.”

Trash talker? Non esattamente. Vincenzo non nega di provare una qual certa libido nello stuziccare gli avversari, ma non sempre c’è malizia:

“Amo stare al tavolo, parlare con la gente e socializzare. Avendo una qual certa predisposizione al dialogo, ho affinato nel tempo l’arte nel prendere tell dal giocatore che ho dinanzi. Al tavolo sono sempre me stesso: una persona schietta e diretta! Chi non mi conosce potrebbe talvolta irritarsi, ma ormai sono diversi anni che la mia faccia gira per i casinò italiani e quasi tutti sono contenti di avermi al tavolo, in particolar modo i ragazzini…”

E a proposito dei colleghi più giovani, inevitabile arriva la frecciatina:

“Tecnicamente sono più bravi, questo è innegabile. E nonostante l’importanza delle skill dialettiche, credo che la tecnica la faccia sempre e comunque da padrona. Ma in un torneo come questo, ho trovato davvero tanti gioncelli disposti a mettere a repentaglio il proprio stack, pur di sfidarti e fare gli ‘eroi’. Forse non lo sanno, ma sostanzialmente anche io sono nato con l’online…”.

L’ultima stilettata arriva dunque proprio ad uno di questi, il buon Aris Theodoridis peraltro protagonista nella gemella Phase di Saint Vincent:

“Pensavo che dopo quella sfida, più goliardica che altro, sarebbe venuto spontaneo il rispetto reciproco. Così non è stato e di lui non voglio più parlare…”

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