Saturday, Apr. 27, 2024

Strategia

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il 14 Ago 2017

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TP storici: Dario Sammartino vs Alberto Fiorilla al WPT National Venezia 2014

TP storici: Dario Sammartino vs Alberto Fiorilla al WPT National Venezia 2014

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Per la nostra rubrica mani storiche presentiamo oggi il thinking process doppio messo in atto da Dario Sammartino e Alberto Fiorilla in uno spot che li ha visti l’uno contro l’altro al WPT National Venezia 2014 vinto da Alessandro Minasi.

Il torneo è al Day2 ed entrambi i giocatori sono belli deep.

Ecco la mano che abbiamo graficato per la nostra pagina Facebook:

 

mano storica fiorilla sammartino

 

Comparatore Bonus

Questo comparatore confronta i bonus di benvenuto attualmente verificabili sui siti degli operatori italiani. Questa tabella ha una funzione informativa e gli operatori sono mostrati in ordine casuale.

Ed ecco i thinking process dei due giocatori.

 

Alberto Fiorilla

L’apertura preflop è standard. Al flop preferisco checkare non tanto più per deception che per potcontrollare: nel range di Dario non ci sono quasi 6 e solo raramente 5-5. Nel range del BB c’è qualche 6, ma è short e penso che se decide di andare rotto lo farà con tante mani che comunque batto. Il turn non mi spaventa più di tanto perché ci sono poche combinazioni con il K nel range di Sammartino: A-K la maggior parte delle volte la tribetta preflop e sia K-J che K-10 sono troppo deboli per chiamare preflop da UTG+1. Al massimo può avere K-Q ma penso solo suited. Punto per estrarre valore da una grande parte del suo range (A-Q, A-J, le underpair), anche perché ai suoi occhi il K è una carta con cui valuebetto il 100% del mio range di bluff. Al river decido di checkare perché penso che con le mani del suo range non chiamerà una mia puntata ma forse deciderà lui stesso di puntare: questo è l’unico modo che ho di estrarre ancora qualche valore dal suo range.

 

Dario Sammartino

Innanzitutto io sto giocando la mia mano per valore. Preflop decido di chiamare e di non rilanciare perché non voglio ingrandire troppo il piatto. Al flop non hitto niente, quindi dopo i due check busso anch’io per vedere cosa porta il turn. Al turn Alberto esce puntando e in quel momento le possibilità sono probabilmente due: o ha il K o non ha niente. Nel suo range c’è anche qualche coppia che decide di giocare al contrario di come farebbe un giocatore meno forte: lui può benissimo checkare flop e puntare, poi quando cade il K io chiamo perché comunque la mia mano ha ancora valore, è una mano con cui voglio arrivare al river perché spesso sarà la mano migliore. È per questo motivo che al river decido di checkare ancora, perché non voglio trasformare in bluff una mano che ha valore. Con questa condotta sono anche riuscito a perdere i minimi contro un avversario che aveva full house, quindi sono contento per come l’ho giocata.

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