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il 17 Mag 2016

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Le prime WSOP di Alessandro Borsa: “Vincessi un braccialetto mollerei il dot com…”

Le prime WSOP di Alessandro Borsa: “Vincessi un braccialetto mollerei il dot com…”

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E’ un’Italia in forma smagliante quella che si presenterà a Las Vegas per le WSOP e quest’anno, per la prima volta, ci sarà anche Alessandro Borsa, il quale finora era riuscito a resistere alle sirene di ‘Sin City’.

Abbiamo dunque fatto due chiacchiere col professionista milanese per capire qual è il suo plan per l’estate in Nevada.

“Non ho buttato giù una schedule precisa – spiega Alessandro l’unico evento che farò al 100% è il Main Event. Credo poi di schierarmi a tutti i tornei da 1.000$ e 1.500$, massimo 2.000$. Mi piacerebbe provare il 1.500$ 6-max, format che live non si trova così frequentemente. Non ho in programma di fare l’evento a squadre, ma potrebbe essere comunque divertente magari side-bettando con altri team, giusto per mettere un po’ di pepe in più, anche perché il buy-in è tutt’altro che elevato…”.

Alessandro non è mai stato alle WSOP, ma si è fatto raccontare dai colleghi com’è fatto il field ‘made in USA’.

“Mi è stato detto che l’occasionale medio americano è piuttosto passivo, sia preflop sia postflop. Utilizzerò appunto i primi tornei dal buy-in contenuto per prendere le misure al field. Discorso diverso invece coi regular stranieri, dato che mi confronto già con loro online sul dot com”.

A Borsa abbiamo posto la domanda da un milione di dollari, ovvero: cosa faresti se vincessi un braccialetto?

“Sono una di quelle persone che gioca per i soldi, non tanto per ego. Se vincessi un braccialetto e 400.000$/500.000$, quindi, smetterei di giocare sul dot com e tornerei sul punto it, accontentandomi di quel profit annuale praticamente sicuro. Grinderei fino alla fine del poker e metterei, nel frattempo, qualche soldo da parte per un eventuale investimento futuro”.

L’idea di Alessandro è quella di andare a Las Vegas e di concentrarsi quanto più possibile sul poker, cercando di evitare di farsi travolgere dalla ‘deviante’ nightlife della città.

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“Solitamente sono uno che non si fa travolgere. Faccio sempre mille plan, poi non li rispetto. C’è in programma, certo, di fare qualche serata, spero comunque di non perdermi. Poi si sa… Las Vegas è pur sempre Las Vegas! Alloggerò al Vdara, non così lontano dal Rio, e potrò contare su una stanza con una piccola cucina, utile per poter preparare un piatto di pasta quando sarò stanco dal cibo spazzatura americano. Avrò la possibilità, tra l’altro, di fare anche altri tornei extra-WSOP, come ce ne sono di interessanti, ad esempio, al Planet Hollywood, che dista cinque minuti a piedi da dove sarò io. Verranno con me Giuliano Bendinelli e Gianluca Irpino, un amico di Milano che ha partecipato all’Italian Big Game a Malta. Andremo fino a Ginevra col treno e da là prenderemo il volo diretto per il Nevada…”. 

vdara

Vdara, Las Vegas

 

Dato il momento magico, pare l’anno buono per fare incetta di braccialetti WSOP per i ragazzi italiani.

“Non si può non dire Musta, è troppo più preparato rispetto agli altri. Poi è accompagnato anche da un’ottima run. Potrebbe pure non vincerlo lui e lasciarlo a me (ride)“.

 

 

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