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il 24 Giu 2016

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Il plan WSOP di Riccardo Trevisani: “Sono gli unici dieci giorni in cui stacco davvero… e li amo perdutamente!”

Il plan WSOP di Riccardo Trevisani: “Sono gli unici dieci giorni in cui stacco davvero… e li amo perdutamente!”

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Ha deciso all’ultimo momento e comunque andrà non si pentirà della scelta fatta.

Riccardo Trevisani è uno degli ultimi italiani che raggiungerà Las Vegas per giocare le World Series of Poker, dato che Euro2016 lo sta impegnando non poco quest’estate.

Per una decina di giorni, dunque, lascerà la cabina di commento di Sky per vestire i panni del pokerista, hobby che lo appassiona, e non poco, da diversi anni.

Non ci siamo fatti sfuggire l’occasione e lo abbiamo sentito nel bel mezzo di questa afosa serata estiva per farci raccontare quel che sarà in Nevada.

 

ItaliaPokerClub: Hai deciso da ultimo di andare: sei riuscito a buttare giù una schedule di massima oppure vedrai una volta là quali tornei giocare?

Riccardo Trevisani: Il piano c’è sempre, poi in genere in corsa cambia. 1.600$, 1.100$ e 600$ al Venetian, 1.111$ e due satelliti per il Main Event WSOP al Rio. Non escludo di impazzire e giocare in ogni caso il Main al 50%… ho partecipato lo scorso anno ed è stata un’esperienza incredibile!

IPC: Arriverai a Vegas dopo un periodo lavorativo decisamente impegnativo. In qual modo il poker riesce a rilassarti? Lo fa davvero oppure al tavolo ‘soffri’ un po’ come tutti?

Riccardo Trevisani: Soffro come un cane, in realtà. Ma è una sofferenza rilassante, mi porta via dalla quotidianità, dai micro e macro problemi, dal lavoro e dall’Italia. Sono gli unici dieci giorni in cui davvero stacco. E li amo perdutamente…

IPC: Negli anni ti sei fatto tanti amici nel microcosmo del poker: qual è il lato bello di un mondo che, comunque, ha diversi problemi al suo interno (parlo specialmente di punto it)?

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Riccardo Trevisani: Sicuro più amici nel poker che nel calcio (ride). Scherzi a parte, il lato bello è che oltre allo stare al tavolo, il cazzeggio extra è di grandissimo livello! Ci sono problemi, hai ragione, ma anche belle persone. E se ho minimamente imparato qualcosa è grazie a loro. 

IPC: Dove alloggerai a Vegas? Quanto tempo dedicherai al poker e quanto, invece, al divertimento?

Riccardo Trevisani: Sarò all’Aria, struttura che non cambierei con nessun altra in tutto il mondo. Le giornate funzionano così: sveglia, colazione, poi si va a fare un torneo. Se finisce presto si torna a giocare cash. Il divertimento per me è questo! I pool party sono per quel somarone di ‘Cesarino’ (Walter Treccarichi, n.d.r.) e per i giovani. Io sono bloccato tutto l’anno e in quei dieci giorni c’è spazio solo per il poker.

IPC: Tecnicamente ti ritieni un buon giocatore di mtt? Quanto ti ha aiutato, appunto, la vicinanza con ragazzi più che skillati? Qual è il tipo di torneo in cui ritieni di riuscire meglio?

Riccardo Trevisani: La verità è che se rispondo quello che penso piglio insulti. Ma chissenefrega: si, penso di essere diventato capace. Non bravo eh, ma so il fatto mio. Poi, per carità, in due anni a Vegas e 11 mtt ho fatto solo due in the money, quindi devo ancora migliorare tanto. La vicinanza, come dicevo prima, è stata decisiva. Troppo più bravi per non rubare solo sentendoli parlare. Il tipo di torneo ideale per me è l’IPO. Tante chips, tanti somari, poco buy-in da perdere e tanto da vincere.

IPC: Cosa dicono i colleghi di lavoro sulla tua passione per il poker? C’è qualcuno di loro che sei riuscito ad avvicinare alle carte?

Riccardo Trevisani: De Grandis e Massara sono appassionati quasi come me, Caressa ha diminuito ma gli piace molto. Devo dire che il texas hold’em piace, essendo un gioco di abilità (oltre che di grande lato B).

IPC: Ti sei prefissato qualche obiettivo per queste WSOP? Braccialetto a parte, tornerai a casa contento se…?

Riccardo Trevisani: I due in the money li ho fatti al WPT e al 235$ Daily Deepstacks del Rio. Robe ufficiali WSOP, mai. Quello, dunque, è l’obiettivo. E se faccio il Main Event, arrivare al Day 2…

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