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il 8 Apr 2019

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Rocco Palumbo: La liquidità condivisa permetterebbe ai giocatori italiani di migliorare

Rocco Palumbo: La liquidità condivisa permetterebbe ai giocatori italiani di migliorare

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Una adesione dovuta prima di tutto a una linea di principio; poi certo, viene tutto il resto e non è poco…

Ma ancora prima che pensando al poker italiano o ai risvolti per la sua professione, Rocco Palumbo ha firmato la nostra petizione per l’ingresso dell’Italia nella liquidità condivisa “perchè i mercati segregati sono una restrizione che non dovrebbe esistere sulla faccia della Terra” (firma ora! Ricorda che devi confermare la e-mail per convalidare la tua firma).

Come già Gabriele Lepore, Giada Fang e Nicola Cappellesso il genovese ha spiegato il suo punto di vista sulla adesione italiana al mercato comune del poker online con Spagna Francia e Portogallo: per Rocco la liquidità condivisa gioverebbe agli amatori molto più che ai regular e avrebbe effetti davvero notevoli anche sul poker live.

 

D: La tua decisione di andare all’estero per giocare dot com era più dovuta al calo del traffico punto it o più dalla tua volontà di ampliare il bagaglio pokeristico confrontandoti coi migliori?

RP: In realtà la mia scelta di andare all’estero fu complicata e dettata da diversi fattori, in primis che al tempo giravo tantissimo per i live e quindi avevo l’esigenza di stare più sciolto con le tasse (ndr, ancora la Operazione All-In non era arrivata a una conclusione favorevole ai giocatori). Poi certo, ovviamente c’era anche lo stimolo di voler giocare con un field più grosso.

D: Rispetto a 5 anni fa quanto è calato l’atteso annuale per un grinder mtt punto it di medio livello?

RP: Per quanto riguarda l’atteso annuale di un grinder mtt punto it oggi mi è impossibile darti un parere. Quando le cose erano ancora relativamente rosee l’expected non dico fosse infinito, perchè ovviamente non lo era, però credevo si potesse fare qualsiasi cosa, che poi era un po’ quello che volevo mostrare ai grinder quando mi lanciai nella prop-bet dei 20.000€ di profit facendo infinito volume… Era agosto 2012 ma il senso era quello, feci vedere che le possibilità c’erano tutte. Ora invece è difficile, queste sere ho aperto una sessione mtt.it visto lo SCOOP di PokerStars e non c’è molto da giocare, devi per forza aprire tornei low-stakes che comunque non sono quelli di un tempo, qualche anno fa il torneo da 30€ di buy-in poteva dare anche 4.000€-5.000€ al primo. Quindi dirti quale sarebbe oggi l’atteso di un regular mtt .it per me sarebbe un azzardo, ma posso comunque dire che è basso.

D: Secondo te la liquidità condivisa potrebbe essere abbastanza per ridare vigore al mercato italiano del poker online anche nel lungo periodo, o servirebbe anche altro?

RP: Sulle piattaforme condivise non ho giocato quindi non ho una idea precisa, sicuramente darebbe un bel vigore anche se è ovvio che non torneremmo ai fasti del primo punto it. L’apertura comunque è quello che servirebbe in tutti i mercati chiusi del mondo, alla fin fine il poker è un gioco di nicchia, c’è poco da fare, non può stare chiuso se vogliamo parlare di vigore a lungo termine. Sicuramente la liquidità condivisa con Francia, Spagna e Portogallo potrebbe resistere a lungo ed essere molto più rosea del punto it che non è più quello di un tempo. Servirebbe altro? Non lo so, ma non capisco perchè non facciamo come in altri paesi in cui lo Stato prende le tasse dalle poker room che poi convogliano i giocatori sul pool generale e non in una loro estensione chiusa. Magari le room potrebbero aumentare un po’ la rake facendo entrare i giocatori nel pool condiviso. Questo avrebbe un senso.

D: A tuo avviso un eventuale field condiviso italo-franco-spagnolo-portoghese come sarebbe e quanto sarebbe diverso dal field dot com in cui ti sei misurato tu? E da quello del punto it attuale? Quali sarebbero i primi tre accorgimenti di gioco che i player italiani dovrebbero mettere in atto nel field condiviso?

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RP: Basandomi sui miei trascorsi sulla estensione francese di PokerStars il ricordo che il field era classicamente abbastanza facile ai livelli medi, diciamo dai 50€ in giù, ma anche i tornei da 100€ in realtà non erano chissà cosa perchè pieni di random francesi. Arrivando ai 200€ e oltre, ovvero il livello di buy-in in cui il reg dot com si creava l’account per giocare, diventava tutto un altro gioco, molto più simile al field del punto com e quindi difficile. Sugli accorgimenti ne ho uno in particolare: studiare! E’ una cosa che su punto it per pigrizia non si fa più. Chi già studia a sufficienza sicuramente dovrebbe iniziare ad aprire i range.

D: Quali sarebbero i maggiori cambiamenti per il poker italiano se l’Italia entrasse nella liquidità condivisa?

RP: Secondo me un cambiamento notevole, cui spesso non si pensa in prima battuta, riguarderebbe il poker live italiano che potrebbe prendere un po’ più di vita. Magari potrebbe nascere qualche circuito sponsorizzato e poi magari potrebbero rinascere degli eventi live dai buy-in più sostanziosi, non dico high-stakes ma con un costo di iscrizione più alto dei 500€ che oramai sono diventati un po’ lo standard. So che la situazione dei casinò in Italia è disastrosa ma credo che sarebbe questo il cambiamento principale.

D: Il mercato allargato del poker online sarebbe un bene soprattutto per i grinder o anche per i giocatori occasionali?

RP: L’allargamento sarebbe un bene per alcuni grinder: più sei forte più sei contento del mercato aperto. Ma sicuramente è di facciata per molti alttri: secondo me molti grinder dei mid-stakes dovrebbero essere contenti a giocare i tornei italiani a varianza free, perchè il problema di un mercato allargato è anche che la varianza sarebbe aumentata. Se il NOS diventasse da 1.000 giocatori ogni sera la varianza aumenterebbe. Gli amatori sono quelli che ci guadagnerebbero di più perchè avrebbero un pool più vario e più bello e potrebbero giocare cose diverse. Anche se non sono un esperto temo che l’allargamento potrebbe invece risultare tragico per il cash italiano, la partita oggi è poca ma quando c’è è decente; in un pool più largo e con più reg non saprei.

D: Perchè gli amanti del gioco dovrebbero firmare la nostra petizione per la liquidità condivisa?

RP: Gli amanti del gioco dovrebbero firmare la petizione per la liquidità condivisa perchè i mercati segregati sono uno schifo, nel senso che sono una restrizione che non dovrebbe esistere nel Mondo. Ci sono leggi europee sulla libera circolazione di merci e persone e quindi nel nostro caso ognuno dovrebbe poter giocare dove vuole e via dicendo. Il fatto che un paese costringa gli operatori a obbligare i giocatori a giocare su piattaforme nazionali è un obbrobrio. Comunque per gli amanti del gioco puro sarebbe bello avere la possibilità di confrontarsi e di crescere: come ho detto, se si vuole diventare giocatori di poker migliori c’è l’obbligo e lo stimolo di studiare, cosa che su punto it non accade. In questo discorso mi ci metto anche io che quando sono arrivato su punto com dal punto di vista dello studio ero un baluba. Su it se dovevo scegliere di fare 5 sessioni di gioco a settimana o 3 di gioco e 2 di studio non mi ponevo neanche il problema: giocare era troppo +ev.

 

Firma anche tu la petizione!

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