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il 6 Ago 2020

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La prima intervista di Enrico Camosci da campione del Mondo di poker online

La prima intervista di Enrico Camosci da campione del Mondo di poker online

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Il braccialetto non è un punto di arrivo.

24 ore dopo il trionfo alle WSOP che lo ha fatto diventare campione del mondo di poker online, Enrico Camosci ha già iniziato a razionalizzare l’incredibile risultato messo in bacheca:

“Non vedo assolutamente questa vittoria come un punto di arrivo – spiega – E’ un torneo che ho vinto, probabilmente ne vincerò altri se continuerò con questa disciplina, sicuramente è un grande risultato che sono felice di aver ottenuto.”

Via WhatsApp il bolognese ci ha raccontato la nottata trionfale nella edizione online delle World Series Of Poker.

 

Il racconto del torneo

Enrico spiega che la sera in cui si è laureato campione del mondo giocando una sessione online normalissima, in tutto e per tutto uguale a quelle che affronta ogni giorno:

“Avevo la mia sessione normale di tornei, quindi 12-13 tavoli aperti su varie piattaforme come al solito, non ho diminuito il tabling per le WSOP ma penso sia un numero di tavoli che mi fa mantenere un buon gioco. Quindi ho tenuto il tabling cui mi sento a mio agio.”

Quando il torneo è arrivato in bolla Enrico ha iniziato a premere sull’acceleratore, ma dopo l’approdo alla zona premi ha dovuto rallentare:

“In bolla sono arrivato con uno stack non troppo deep però al mio tavolo ero abbastanza lungo e ho avuto occasione di bullare. Sono salito tantissimo uncontested, credo da 300k a 500k, giocando super aggressivo perchè ho notato che durante la bolla il field  era piuttosto chiuso e così ho potuto buildare un bello stack. Dopo la bolla ho solo foldato perchè sono stato a lungo card dead. Non ricordo molto bene le mani specifiche ma poi ho vinto qualche colpo, ricordo di aver eliminato il mio amico Musta in uno spot in cui lui shova da bottone 16bb con una taglia gigante, io chiamo da big blind con KQ, lui gira KJ e non trova il ribaltone”.

Dopo l’eliminazione di Kanit Enrico è stato protagonista di due mani che gli hanno permesso di approdare al Tavolo Finale da chipleader:

“A 15 left ho vinto un megaflip TT>AQ e sono andato secondo nel count. Dieci left ho fatto scoppiare la bolla Final Table in una mano in cui l’avversario, con 6-7 a picche, check-chiama su flop J-8-5 con due picche, al turn arriva una Donna che apre doppio flush draw e che mi fa settare la coppia di Donne che ho in mano, lui check-shova, il river è blank e vado chipleader”

 

Il tavolo finale

Arrivato al Tavolo Finale Enrico spiega di non aver adottato alcun accorgimento particolare rispetto al suo solito, nè per gli avversari nè per l’importanza dei premi in palio:

“Il field del tavolo finale non era dei più difficili in realtà. C’erano due reg davvero forti su nove (Dominik Panka e Connor Drinan, ndr) e in questa condizione direi che è facilissimo perchè ai tornei giornalieri sono abituato a giocare tavoli finali full-reg. Visto il payout e il mio stack consistente ho fatto un gioco molto pulito, molto easy. Gli avversari foldavano molto, non è stato difficile nè c’è stato alcuno spot particolare. Poi i due avversari più temuti sono usciti subito quindi benissimo, il torneo si è messo in discesa. Non ho pensato ad aggiustamenti di alcun tipo, per me era un Final Table normalissimo”

 

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L’esultanza e la leaderboard WSOP come nuovo obiettivo

Enrico racconta come ha esultato al termine dello showdown che gli ha consegnato il braccialetto:

“Quando è uscita la picca river che mi ha dato il colore facendomi vincere il coinflip mi sono messo a urlare fortissimo. Ero con qualche amico e abbiamo esultato insieme. Sinceramente non festeggerò il braccialetto in alcun modo particolare, sono davvero felice però non mi è cambiata la vita, ecco. Il mio festeggiamento è essere appagato per gli sforzi e la passione che metto e che ho messo nel gioco. E’ un bel colpo sicuramente.”

Ma le parole magiche ‘campione del mondo di poker’ sono in grado di smuovere anche un giocatore navigato come è ormai Enrico:

“Sapere di essere campioni del mondo di poker è sicuramente una sensazione piacevole, sono felice di aver vinto, sia per il titolo sia per la vincita monetaria, però non è che adesso credo che la mia vita o la mia carriera siano cambiate. Assolutamente no, da questo punto di vista è tutto come prima. “

Ma adesso che il braccialetto è in bacheca, Enrico alza l’asticella:

“Continuerò a giocare le WSOP online anche perchè ho visto che adesso sono nelle prime cinque posizioni della leaderboard e quindi punto a vincerla. In palio c’è un mouse d’oro, non è che mi interessa tanto il premio, però alla fine mi gaserebbe vincere la leaderboard quindi credo che grinderò molto le wsop online in questo periodo”.

 

I dubbi sugli High Roller Live

Alla domanda di quando lo vedremo giocare gli High Roller live al fianco dei giocatori più rollati del pianeta, Enrico nicchia:

“Francamente non so bene cosa voglio fare nella vita, al momento non ho le idee chiare perchè sono un po’ stufo dei tornei, sono sincero, e quindi vedrò nel futuro cosa farò. Comunque sì nel breve periodo continuerò a fare quello che faccio ossia giocare e studiare. Non so se giocare live gli High Roller è quello che voglio, andare di qua e di là a giocare gli High Roller: potrebbe essere che succederà come potrebbe essere che non succederà, al momento non so dirlo.”

 

Una disorganizzazione produttiva

Anche da questa risposta si capisce come Enrico non pianifichi meticolosamente ogni aspetto della sua attività di giocatore.

“In tutte le mie cose faccio un po’ a come mi sento, non pianifico tanto. Alcune settimane gioco zero, altre settimane sette giorni su sette. Nell’ultimo periodo comunque ho giocato veramente tanto, un po’ per il lockdown del COVID, un po’ perchè le cose ai tavoli non stavano andando benissimo e quando va così mi intestardisco che voglio vincere e quindi gioco e studio ancora più del normale. Credo che negli ultimi tempi ho mantenuto un volume medio di 600-700 mtt al mese.”

Al di là del gioco giocato, il bolognese è conosciuto nella community per essere uno dei giocatori più preparati da un punto di vista tecnico, stante anche l’enorme mole di tempo che dedica allo studio:

“Studio davvero tanto, non c’è un tempo prefissato ma è come se fossi in simbiosi con lo studio, nel senso che magari in alcuni momenti in cui non ho altro da fare mi metto a studiare e a guardare varie cose che porto sempre avanti. Non quantifico il tempo, non mi dico “oggi sto tre ore a studiare”. Quando mi va prendo e lo faccio. Comunque allo studio dedico tanto tempo. Ci sono dei periodi in cui gli dedico tre o quattro ore al giorno, altri in cui studio mezz’ora magari per impostare delle cose che poi voglio approfondire e analizzare più nel dettaglio”.

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