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il 8 Ago 2013

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Hacker gli vede le carte, PokerStars lo rimborsa!

Hacker gli vede le carte, PokerStars lo rimborsa!

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Purtroppo questa è una storia che farà dire a tanti “lo sapevo che il poker online è truccato!”. Ovviamente non è così, a meno che non ci sia di mezzo un hacker che prende di mira il vostro computer!

Comunque questa storia ha un “lieto fine” per Douglas “WCG|Rider” Polk, la vittima di questa truffa che gli era costata all’inizio  35.000$. La storia è apparsa recentemente sul forum di TwoPlusTwo e ha subito creato un fiume di commenti e sospetti, con un giocatore di primo livello come Daniel “Jungleman12” Cates coinvolto in un ruolo forse non minore in questa faccenda.

I protagonisti di questa storia sono Douglas Polk, Joshua Taylor e Daniel Cates, la persona che fece incontrare gli altri due a gennaio di quest’anno dicendogli che si dovevano conoscere, che Joshua era un buon tipo e che anche se aveva giocato un po’ a poker in passato ora si occupava di qualcosa legata alla tecnologia. Qualche settimana dopo Douglas ospitò Joshua e quando lui andò via iniziarono le cose strane per Douglas e i suoi coinquilini, tutti grinders dell’online.

Oltre qualche problema di connessione mai avuto prima i coinquilini di Douglas iniziarono a perdere tanti soldi contro un player mai visto agli high stakes ma che giocava con uno stile molto riconoscibile: hyperloose, chiamando addirittura grosse 4bet preflop con mani completamente spazzatura come 83 offsuited. Insomma, quello che in teoria era un “fish” (così lo chiamavano a casa di Douglas) stava stakando ogni singolo giocatore di quella casa, mentre loro continuavano ad avere un winrate normale con gli altri giocatori della poker room. La cosa più caratteristica, diceva uno dei coinquilini, era che “gioca come se potesse vedere le mie carte, betta quando io non ho nulla e folda quando io ho la mano migliore“.

A marzo Douglas decise di andare a Tokyo per continuare a grindare mentre conosceva una nuova città. Subito prima Joshua fece un’altra visita a Douglas, che percepì qualche atteggiamento “strano”, soprattutto perché anche se in teoria Joshua stava andando per fargli una visita prima della partenza, appena lo vide in quei giorni, solo qualche volta a casa, quasi sempre vicino al suo ufficio o alla sua stanza, anche se questo non lo fece insospettire particolarmente in quel momento.

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Una volta a Tokyo Douglas ebbe la stessa esperienza che avevano avuto i suoi coinquilini: aveva trovato un giocatore senza particolare history negli high stakes, un tale Forbidden536 che nel giro di qualche ora gli aveva fatto perdere 35.000$ partendo dai 25/50. A questo punto Douglas iniziò a sospettare fortemente di Joshua e del suo computer, che formattò immediatamente, dopo di ché osservò come nessuno di questi fish in teoria inoffensivi voleva più giocare con lui. Quanto meno strano, come lo era il fatto che tutti questi fish provenissero dal Regno Unito, il paese di origine di Joshua.

Dopo questo “incidente” a Tokyo, Douglas scrisse al supporto di PokerStars, spiegando l’accaduto con la speranza se non di riprendere i suoi soldi almeno di farsi dare ragione sul fatto che l’avversario in qualche modo poteva vedere le sue carte. Douglas ricevette una chiamata qualche giorno dopo in cui gli spiegavano che anche se era difficile dimostrare una cosa del genere, stavano lavorando parecchio in questa faccenda e che avrebbe avuto qualche aggiornamento il prima possibile.

In effetti, Douglas ebbe due mail di PokerStars ad aprile e a giugno in cui gli dicevano prima di aver bloccato l’account di Forbidden536 e poi finalmente di procedere a versare nel suo conto i soldi che c’erano nell’account di Forbidden536 (34.397,10$), praticamente la stessa cifra che lui aveva perso in quella sessione (34.827,40$), poiché erano convinti “oltre ogni dubbio” che questo utente fosse stato in grado di vedere le sue carte.

Douglas Polk non ha ancora intrapreso nessuna azione legale contro Joshua Taylor e non si sa se lo farà, anche se sembra difficile una volta che le possibili evidenze sono andate probabilmente cancellate quando Douglas ha formattato il computer. Una faccenda che si chiude con un “lieto fine” (il virgolettato è importante) perché rimane ancora una questione aperta: cosa sarebbe successo se Forbidden536 avesse fatto cash out prima di scoprirsi questa storia? Avrebbe PokerStars pagato “di tasca sua” le perdite di Douglas?

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