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il 14 Nov 2014

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“Newhouse, cosa hai combinato!” I nostri pro sulla ‘preparazione’ del N9 al final table WSOP

“Newhouse, cosa hai combinato!” I nostri pro sulla ‘preparazione’ del N9 al final table WSOP

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E’ cosa da poker pro arrivare al tavolo finale più importante del Mondo senza allenamento e senza aver studiato gli avversari?

Come recitava l’adagio televisivo,”la domanda sorge spontanea” dopo l’incredibile back-to-back di Mark Newhouse al nono posto del Main Event World Series: in una intervista di fine ottobre, infatti, il giocatore del North Carolina ci aveva rivelato di aver passato questi mesi nel più assoluto relax, seguendo una routine quotidiana che non contemplava poker giocatocoaching nè alcuna forma di studio degli altri November Nine.

In pratica, l’unica cosa che Mark sembra aver fatto per prepararsi al tavolo finale del Main WSOP è stata guardare i replay ESPN.

Il suo approccio può essere ritenuto corretto? Cosa dovrebbe fare un poker pro che riesce ad arrivare tra i November Nine, nel tempo che intercorre tra luglio e la disputa del tavolo finale?

Abbiamo chiesto a Luca Moschitta, Ferdinando Lo Cascio e Massimo Mosele.

Luca Moschitta: “Credo che quello di Newhouse sia un approccio troppo superficiale e non sufficiente, molto simile a quello di JC Tran l’anno scorso, che disse che non avrebbe fatto molto lavoro pre final table eccetto guardare qualche video e giocare alcuni High Roller. Vedendo come è andata sia a JC Tran che a Mark non credo sia assolutamente il miglior approccio, soprattutto considerando che gli altri November Nine in quattro mesi di tempo avranno studiato a memoria lo stile di gioco degli altri giocatori del final table. Se facessi November Nine studierei lo stile dei miei avversari prima di tutto. In torneo come le WSOP basta andare a sbirciare i blog per vedere moltissime mani giocate. Giocherei almeno 2 tornei major al mese per potermi tenere in allenamento e per poter arrivare “allenato” al final table, perché in un evento così mediatico penso che il rischio maggiore sia quello di giocare in modo più emotivo che razionale, se non ci si prepara in anticipo. A meno che non ti chiami Mark Newhouse, sei già fortunato che ti capiti una volta nella vita di fare quel Final Table ed è una chance troppo grande per non prepararsi.”

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Ferdinando Lo Cascio: “Se dovessi arrivare tra i November Nine sicuramente non farei quello che ha fatto lui… Per prima cosa studierei gli avversari in modo approfondito con i miei amici poker pro, ma senza prendere un coach. Non giocherei ogni giorno ma neanche mollerei di botto. Giocherei più live che online per tenere mente e fisico abituati al tavolo verde… Insomma quella di Newhouse mi è sembrata una scelta non felice a prescindere dal risultato”.

Massimo ‘maxsharkk’ Mosele: “Come per gli mtt online alcuni players arrivano meritatamente, altri fan run irreali e le skill contano ben poco! Sicuramente il fatto che da luglio a novembre non abbia giocato né studiato gli avversari non depone a favore del suo status di poker pro. Al suo posto avrei cercato di studiare tutti i minimi particolari in modo da arrivare preparato al meglio. Stiamo parlando del torneo più importante dell’anno, quello dove ogni posizione sposta appartamenti e lavoro di una vita delle persone che si svegliano per anni tutte le mattine da anni per andare a faticare. Perdonatemi ma a mio parere fare così equivale a prendere a calci la Dea Bendata!”

 

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