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il 23 Nov 2014

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Martin Jacobson e i primi giorni da campione del mondo: “Il segreto? Simulazioni di Final Table con gli amici”

Martin Jacobson e i primi giorni da campione del mondo: “Il segreto? Simulazioni di Final Table con gli amici”

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Sono passati ormai dieci giorni dalla sua vittoria del Main Event delle World Series of Poker, ma Martin Jacobson sembra avere ancora la “sbornia” post-braccialetto.

Il giocatore svedese, da noi sentito in esclusiva prima del ritorno in action a Las Vegas e che ha portato a casa 10 milioni di euro che potrebbero essere decurtati dal sistema di tasse previsto nel Paese scandinavo, ai colleghi di CardPlayer.com ha rivelato le proprie sensazioni, facendo capire che l’esaltazione per la vittoria non lo ha ancora abbandonato.

L’effetto post-vittoria non è ancora svanito e non so quando questo accadrà – ha esordito Jacobson nell’intervista – . È stata un’esperienza incredibile, più grande di quanto potessi immaginare, e ovviamente sono contentissimo per come sono andate le cose“.

Jacobson ammette di non aver ancora visto il Final Table al completo, ma è stato rassicurato sulla bontà del proprio gioco: “È difficile giocare sempre bene quando ci si concentra sul proprio A-Game, dopo il Final Table ho sentito i miei amici che hanno assistito ai due giorni di gioco alla TV e sono convinto, grazie ai loro feedback, di aver giocato un ottimo poker“.

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Martin rivela anche di aver dovuto cambiare il proprio stile di gioco nel bel mezzo del Final Table: “Mi sono preparato pensando a cosa i miei avversari avrebbero fatto al tavolo, ma quando mi sono ritrovato a foldare spesso di fronte alle 3-bet dei miei avversari, mi sono calmato un po’. Poi mi sono reso conto che il range di apertura degli altri era molto ampio, così ho iniziato a 3-bettare anch’io, accumulando chips“.

C’era curiosità per scoprire il modo in cui Jacobson si è ‘allenato’, e lo stesso Martin non ne ha voluto fare mistero: “La prima cosa ho fatto è stata contattare, a luglio, tutti gli amici che ritenevo utili ad aiutarmi nella preparazione: mi hanno risposto in 35, e tutti mi hanno dato una mano, visto che abbiamo provato a simulare per una ventina di volte il Final Table, con i miei amici che hanno provato a giocare con lo stile degli altri November Nines. Poi avrò messo insieme circa 500 ore di studio e pratica“.

Durante l’anno, Jacobson ha unito la passione crescente per il poker con quella, già esistente da tempo, per la cucina, e per il futuro non esclude che le cose possano continuare a coincidere: “Credo che tornerò presto nel mondo del business, ma la mia passione per il poker non è mai stata così forte come ora. Giocherò tanto nel prossimo anno e forse anche oltre, non posso certo dire adesso cosa accadrà in futuro“.

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