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il 15 Lug 2021

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Usare tabelle di range preflop è barare? Il pensiero di Olivier Busquet e Doug Polk

Usare tabelle di range preflop è barare? Il pensiero di Olivier Busquet e Doug Polk

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Alzi la mano chi non ha mai visto un sito o una scuola di poker offrire delle “charts”, tabelle di range per semplificare le scelte preflop che indicano i range di apertura, 3-bet, 4-bet e compagnia.

Sono ormai talmente comuni che non ci si interroga più su un punto fondamentale: sono lecite o disoneste? 

Questo è il centro del recente dibattito tra due dei più grandi campioni Heads-Up, Olivier Busquet e Doug Polk, che ne hanno discusso dapprima su Twitter per poi argomentare nello specifico in un podcast su YouTube.

Olivier Busquet: Tabelle preflop = cheating

La prima pietra è scagliata da Busquet che coglie al volo la palla lanciata da Landon Tice, un sondaggio che chiedeva “Qual è il tuo pensiero sulle tabelle preflop nei cash/MTT?” con le risposte possibili “Sì, gli altri le usano quindi è -EV se tu non lo fai” e “No, va contro l’integrità del gioco“.

Il commento di Olivier è quello che spicca di più, vista la severità con cui si scaglia contro le charts: “È barare, e se suggerisci il contrario o empatizzi con le ragioni di chi lo fa, incoraggi gli altri a barare […] persone con un’influenza o un’immagine pubblica hanno più responsabilità di essere chiari

I giocatori devono fare i nomi dei loro amici, svergognare chi lo fa e noi come community dobbiamo creare un’atmosfera che scoraggi davvero la gente da questo comportamento. Possiamo avere una grande influenza, e alzare le mani perché qualche personaggio potrebbe avere una piccola edge è un approccio terribile. Il cheating online è un problema enorme, e diventerà sempre più grande, e non possiamo dare l’onere di tutto ai siti e ai loro regolamenti”

Secondo Busquet legittimare l’utilizzo di tabelle preflop apre la strada ad un futuro dominato dagli RTAReal Time Assistance, software GTO in tempo reale che hanno causato negli ultimi anni più di una giusta polemica.

Il pro newyorkese spiega che le charts permettono di “saltare” la prima delle quattro street di ogni mano di poker, e sarebbe come se due gran maestri di scacchi utilizzassero un computer per giocare le prime 8 mosse perché non hanno voglia di perdere tempo a imparare le aperture.

Doug Polk chiamato in causa

Busquet non si risparmia dal fare nomi e cognomi: “Non per metterla sul personale ma sono sconvolto da Polk e Negreanu anche solo per aver discusso la possibilità di usarle. Non perché è cheating se si accordano (possono decidere quello che vogliono), ma per quanto sia incredibilmente e profondamente pigro.

Doug Polk invece si schiera dalla parte opposta: “Il poker è difficile e hai solo un certo numero di ore per studiare. Con le tabelle preflop puoi impiegare meglio il tuo focus sul gioco postflop”

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Polk ritiene che il preflop sia più complesso di quanto un paio di tabelle possano risolvere. Una size 2,3x o 2,5x o 3x spostano completamente gli equilibri.

Nel frattempo provoca Busquet chiedendo: “Cos’è il cheating? I Termini e Condizioni della poker room o i tuoi parametri morali?” per poi linkare un vecchio post sul forum 2+2 di PokerStars Steve, che spiega che “In passato abbiamo sempre permesso le tabelle come riferimento per il gioco. Un primo motivo è che chiunque potrebbe stamparle e noi non potremmo scoprirlo, e poi hanno un impatto limitato nel gioco“.

In risposta Busquet cita il regolamento di PokerStars “Proibito qualunque supporto che giochi senza intervento umano o riduca la necessità di un umano che prenda decisioni. Deve esserci una persona a decidere che azione fare e l’esatta relativa size di qualunque bet o raise“.

La verità sta nel mezzo?

Come detto Polk e Busquet si sono poi confrontati in live nel video che linkiamo in fondo all’articolo.

Polk ammette di non aver mai pensato troppo alla questione, avendo sempre dato per scontato che tutti utilizzassero tabelle di range, mentre Busquet sembra un po’ cadere dalle nuvole al riguardo, non avendo viceversa mai pensato che fosse una cosa così diffusa.

Al punto finale sembra comunque che anche Polk finisca per trovare della logica nelle parole di Busquet, e che effettivamente l’utilizzo delle charts possa giocare a sfavore dei player amatoriali, e di conseguenza creare un vantaggio scorretto.

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