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il 14 Feb 2018

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Daniele De Feo e il nuovo approccio al cash game: “Si può e si deve migliorare tanto, sempre!”

Daniele De Feo e il nuovo approccio al cash game: “Si può e si deve migliorare tanto, sempre!”

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Dopo aver parlato dello switch di Rino Fusco e degli incredibili risultati ai tavoli cash di Simone Speranza, un altro torneista molto preparato ha deciso di avventurarsi negli oscuri meandri della disciplina opposta.

Ebbene sì, anche il campano Daniele De Feo sembra essersi avvicinato ai tavoli cash game, in particolare a quelli del NL25.

Il motivo? Abbiamo intervistato il diretto interessato per rivolgere tutte le domande del caso.

IPC: Cosa ti ha avvicinato alla nuova disciplina? Da quanto tempo grindi i tavoli cash?

D: Gioco cash game da circa 6 mesi, desideravo approcciarmi a questa disciplina da molto tempo. Sto studiando in maniera approfondita il post flop, è questo il motivo principale del mio switch.

IPC: Come hai organizzato le tue sessioni? Quali livelli stai grindando?

D: Per adesso, dedico circa 4 ore al giorno al cash game. Dopo una fase iniziale di studio, sto avendo modo di grindare con più continuità e devo dire che la disciplina mi affascina parecchio. Gioco per lo più 6 max NL25.

IPC: Hai seguito lezioni al riguardo con qualche specialista? Quali concetti hai approfondito e in cosa pensi di essere migliorato?

D: Ho iniziato con Luca Troisi e Antonio Asaro e colgo l’occasione per ringraziare entrambi. Credo di essere migliorato tanto nel post flop, anche se c’è sempre qualche nuovo aspetto da studiare. Come per gli MTT, mi sono avvicinato a questa disciplina dai micro limiti, con la massima umiltà, pur avendo il bankroll adatto per i livelli superiori.

IPC: Dagli MTT al cash. Qual è la prima differenza che nota un torneista?

D: Nel cash game sei costretto ad affrontare il postflop quasi ogni mano con almeno 100 blinds; negli MTT, invece, l’action può limitarsi al preflop a causa delle varie fasi e di alcune dinamiche di gioco. Un cash gamer avrà spesso grosse difficoltà con la late stage dei tornei non essendo abituato a giocare con uno stack ridotto, ma ha sicuramente dei vantaggi nella early avendo più familiarità col postflop. Credo sia questa la prima differenza lampante.

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IPC: Al momento com’è il responso ai tavoli?

D: Sono soddisfatto e mentirei se dicessi il contrario. All’inizio ho trovato difficoltà, adesso dico la mia ai tavoli serenamente ed ho tanta voglia di studiare. Si può e si deve migliorare tanto, sempre! Permettimi un’aggiunta: è stato detto che vincevo ai sit’n go perchè erano facili. Poi, è stato detto che ai micro limiti degli mtt poteva vincere chiunque e che il bello sarebbe arrivato all’abi 30; ho battuto anche l’abi 30. Infine, è stato detto che i players davvero forti vincono al cash game e sto avendo i miei risultati anche lì. C’è dell’altro? Forse è ora che qualcuno parli di meno ed impari anche a riconoscere i meriti degli altri. Consentimi di togliermi qualche sassolino dalla scarpa e mandare una frecciatina ad un chiacchierone e lottatore da tastiera.

IPC: Hai mai pensato di giocare solo cash ed abbandonare la disciplina mtt? Quali delle due pensi come più profittevole al momento?

D: Non ho intenzione di abbandonare gli MTT. Le due cose possono coesistere, è solo questione di organizzazione! L’una non esclude l’altra: anche quando vado a fare tornei live, abbino volentieri qualche sessione cash.

IPC: Si può dire che questo switch generale dei torneisti sia un filo conduttore nato da Rino Fusco e Simone Speranza? I players sopra citati ti hanno in qualche modo influenzato?

D: La mia scelta non ha subito influenze esterne. Parlo di tutto con Simone Speranza, anche della mia esperienza al cash game. Lui per me resta il top assoluto come coach e come player nel .it ed è il mio riferimento costante! Siamo diventati anche buoni amici.

Abbiamo avuto modo di rubare una battuta anche all’attuale ‘prof’ di Daniele, Antonio Asaro; ecco le parole del player siciliano in merito ai risultati del suo coachato.

“Seguo Daniele in maniera totale ed effettiva da inizio settembre, anche se la prima fondamentale infarinatura era stata data da un ottimo coach come Luca Troisi. La prima parte del percorso è stata tutta una novità: ho cercato fin da subito di far capire al mio coachato che non vincere in un primo momento sarebbe stato normalissimo. Daniele conosce e capisce il gioco e questo ha reso le cose molto più facili; è una persona molto umile, un professionista serio, e allo stesso tempo un guerriero che non vuole mai perdere! Vi racconto un breve aneddoto. Dopo un paio di mesi era già tecnicamente pronto al level up e glielo proposi; lui si intestardì per portare prima a zero il passivo nel livello attuale e solo dopo ha accettato il passaggio al livello successivo. Non è facile giocare entrambe le discipline in maniera ottimale; Daniele ci sta provando e probabilmente riuscendo!”

 

 

Photo courtesy of People’s Poker

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