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il 10 Mar 2016

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Il peggior downswing di Alberto ‘Prasty22’ Prastani: “Nei periodi duri è difficile restare lucidi, servono persone che ci aiutino a crescere!”

Il peggior downswing di Alberto ‘Prasty22’ Prastani: “Nei periodi duri è difficile restare lucidi, servono persone che ci aiutino a crescere!”

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Continua la nostra serie sui racconti dei peggiori downswing dei più grandi giocatori italiani.

Questa volta abbiamo interrogato Alberto “Prasty22” Prastani, noto reg cash online high stakes e uno dei più affermati coach in Italia.

Per sua stessa ammissione Prasty non ha fortunatamente mai perso grosse cifre, simile a quanto ci ha detto Carlo Savinelli in rapporto agli high stakes live, ma a livello di crescita personale il peggior downswing è stato quasi un toccasana.

Scopriamo perché direttamente dalla sua bocca:

“Nella mia carriera per fortuna non ho mai dovuto subire dei downswing pazzeschi. Ho avuto amici che hanno perso anche 130 stack in periodi relativamente brevi, mentre io non sono mai andato oltre gli 85. Il bello è che non è successo durante il periodo di SuperNova Elite ma l’anno precedente, il 2013. Venivo da un periodo abbastanza positivo, ma dopo un paio di settimane di even ho perso un botto di stack al NL200. Un giorno ho anche perso 20 stack in 2 sessioni, e certamente una dose di colpe era mia. Siamo parlando di un totale di circa 17.000€, una cifra che a quei tempi mi aveva abbastanza spaventato. Dico che una parte di colpa era mia perché a quei tempi il mio gioco era buono, ma il mio mindset era molto debole. Non avevo ancora creato il giusto distacco tra i soldi della real life e quelli del poker, inoltre uno dei miei più grossi difetti era incolparmi per ogni errore, e quando perdevo uno stack mi sentivo ‘scarso’. Questo mi metteva in un circolo vizioso che mi allontanava dal mio A-game, e mi metteva in un M-game che mi portava a perdere ancora di più.”

Ad aggiungere il danno alla beffa, oltre al periodo nero nel poker anche nella real life non era tutto rose e fiori… Ed ecco che le due situazioni si uniscono e diventano ognuna causa ed effetto dell’altra:

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“Un po’ la mia vita esterna al poker ha risentito di quel periodo; non vivevo un momento di grandissima felicità, e penso che una parte della ‘tristezza’ uscisse fuori proprio quando le cose andavano male. In linea teorica sarebbe bello scindere l’uomo dal grinder. Immagina si premesse un interrutore che spegne le emozioni, le paure, e ti mette ai tavoli nelle condizioni di pensare solo alle scelte +ev. In verità una macchina forse perderebbe alcuni aspetti del flow del game, ma certamente ridurrebbe gli errori legati al tilt. In ogni caso si, quando non riesci a concentrarti sul tuo lavoro ogni piatto perso lo vivi come una sconfitta, come se la run ai tavoli fosse una prosecuzione della bad run nella real life.”

Si dice che è sul fondo che si trova la spinta per la risalita; come ha fatto Prasty a uscire da quel circolo vizioso e tornare a galla?

“Una persona che mi ha aiutato molto è stato ‘quattroganci‘. Mi ha sempre supportato nei momenti difficili. Anche i miglioramenti in real life hanno inciso, e la consapevolezza che lavorando sui miei mezzi avrei superato tutto. Credo di essere lontano dall’avere un mindset perfetto, ma l’esperienza, l’aver studiato molto, ed essere andato da uno psicologo mi hanno giovato molto. Riesco a tenere separate la real life dal poker, ed il mio gioco presenta sicuramente molte meno lacune mentali. Secondo me il confronto con gli altri è fondamentale! Ancora oggi sento player che proteggono i loro TP come fossero oro, e non capiscono che condividendoli migliorerebbero anche loro. Lo stesso vale per il mindset: magari qualcuno riesce ad uscirne anche da solo, ma nei periodi duri è complicato rimanere lucidi ed obiettivi. Per diventare player (ed anche persone secondo me) migliori bisogna circondarsi di persone straordinarie che possano aiutarci a crescere.”

Prendete nota: se volete uscire da un periodo buio, i vostri amici possono darvi la forza per farlo! 🙂

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