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il 23 Mar 2016

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Alec Torelli: “Tutti i poker player si credono più bravi di quanto siano realmente!”

Alec Torelli: “Tutti i poker player si credono più bravi di quanto siano realmente!”

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Questa volta non c’è alcuno spot da analizzare; l’ultimo spunto di Alec Torelli, pubblicato ieri sul proprio blog, è invece un’interessante analisi che intende inquadrare il poker come un vero e proprio sport.

Così come in ogni disciplina sportiva, sostiene Alec, anche il Texas Holdem ha componenti mentali di fondamentale importanza quali fiducia, strategia e bilanciamento.

Secondo l’high staker italo americano, la nostra amata disciplina può essere dunque raffigurata come una struttura piramidale, dove sono davvero pochissimi coloro in grado di eccellere.

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A sostegno di questa teoria, Torelli ha ‘preso in esame’ un esempio perfetto, al quale ha avuto la fortuna di assistere.

Indian Wells: semifinali ATP. Novak Djokovic contro Rafael Nadal.

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“In questa partita – scrive Alec – Rafa ha lottato come un leone su ogni palla, gettano il cuore oltre l’ostacolo in ogni scambio. Nonostante tutto è parso chiaro sin da subito che lo spagnolo, numero 4 del ranking mondiale, non sarebbe riuscito a scavalcare il numero 1. Ogni colpo messo a segno dal serbo scavava un gap sempre più profondo tra i due. La fiducia che si ha nell’essere i numeri uno fa il resto: Rafa aveva perso ancor prima che il match finisse.”

Traslando questo concetto al poker, Alec intende evidenziare il gap che c’è tra i top player mondiali e tutto il resto del field. Anche un All Star, che rappresenta lo 0.01% del totale, pare impotente dinanzi a quei 4-5 fenomeni che sono sopra tutti gli altri.

“Ci sono diversi livelli di separazioni tra gli atleti. Alcuni amatori possono competere al livello ‘high school’ ma una volta raggiunto il ‘college’ level il gioco è finito. E più si sale, più le differenze sono marcate: è incredibile vedere il gap che c’è tra un ‘Pro’ e un ‘All Star’, così come quello che c’è tra un ‘All Star’ e un ‘World’s Best’, esattamente come tra Novak contro Rafa al giorno d’oggi”.

Per Torelli l’unico vero elemento di distacco tra l’universo poker e le discipline sportive è essenzialmente legato alla percezione che ognuno ha di sé stesso:

“Negli sport contano i risultati. Nel poker contano, ma non potranno mai essere così oggettivi. Nadal sa di essere un All Star, Djokovic sa, e ha confermato, di essere un World’s Best. Ciò che rende il poker unico è che ogni player si classificherebbe almeno due livelli sopra rispetto a quanto realmente vale!”

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