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il 25 Feb 2016

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Alec Torelli: “La GTO non ucciderà il poker, dilettanti e professionisti esisteranno sempre…”

Alec Torelli: “La GTO non ucciderà il poker, dilettanti e professionisti esisteranno sempre…”

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Il professionista statunitense Alec Torelli – stuzzicato sul sito di domande e risposte ‘Quora’ – si è lanciato in un’interessante riflessione riguardo il poker, quello che il nostro gioco preferito potrà essere in futuro.

Partiamo dalla domanda che è stata posta da un utente: è la GTO l’inizio della fine del poker?

Per chi ancora non lo sapesse, GTO è l’acronimo di Game Theory Optimal, per semplificare le cose la potremmo definire la strategia ottimale per giocare a poker, che rappresenterebbe, quindi, la risoluzione del texas hold’em.

Alec parte facendo una riflessione tanto semplice quanto illuminante, che annulla la possibilità che il poker venga risolto: ci sono molti appassionati che, pur amando il gioco, non spendono e non spenderanno mai troppo tempo per imparare la GTO, bilanciare i range e così via.

Il professionismo nel poker, di conseguenza, esisterà sempre e ci saranno anche tra anni persone che guadagneranno a discapito di altre, le quali siederanno al tavolo solo per il piacere di farlo, con la consapevolezza di non essere perfette con due carte in mano e le chips davanti.

La partita che il poker si gioca – e lo spiega in maniera decisamente illuminante Alec – è complessa ma battibile.

Secondo lui infatti – come è accaduto ad esempio al trading – il nostro gioco preferito deve riuscire a staccarsi di dosso quell’etichetta fastidiosa di ‘gambling game’, riuscendo così a elevarsi a qualcosa di più alto: la gente così saprà che la fortuna è sì un fattore presente, ma dovrà anche arrivare ad apprezzare le skill, le capacità, di chi gioca a carte con successo.

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Questo salto di qualità, seppur siano sport molto differenti dal texas hold’em, lo hanno compiuto – spiega Torelli – sia il tennis sia lo snowboard: il miglioramento della tecnologia ha permesso una ‘popolarizzazione’ delle due discipline, magari è più complesso arrivare al top, ma mediamente c’è una maggior consapevolezza di quanto sia difficile fare del tennis e dello snowboard un vero e proprio lavoro.

Il poker, quindi, avrebbe bisogno di sempre più esempi capaci di mostrare alla massa quanto le skill siano prevalenti rispetto alla fortuna e tanto ha fatto, pensa Alec, il campione del mondo Martin Jacobson in occasione del final table del Main Event WSOP del 2014, che ha poi vinto.

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Il campione WSOP 2014 Martin Jacobson

 

E’ stato una macchina perfetta in quell’occasione, ha giocato in maniera esemplare, tanto che per lo spettatore medio non è stato aiutato dalla buona sorte, bensì da un’attenta preparazione.

 

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