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il 17 Lug 2019

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Il tifo italiano al Main WSOP meritava il braccialetto! Ma non mancano le polemiche

Il tifo italiano al Main WSOP meritava il braccialetto! Ma non mancano le polemiche

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Nessuno può dire che la curva italiana non si è fatta notare al Main Event WSOP 2019.

Vi abbiamo già parlato dell’affetto e del calore dei nostri connazionali per Dario Sammartino e di illustre presenze nel rail azzurro di Las Vegas, come quelle di Liv Boeree o Igor Kurganov.

Ma stanotte il tifo tricolore si è superato. Chiunque abbia seguito anche solo per pochi minuti il Day 10 del Main sarà rimasto impressionato dall’energia dei giocatori italiani alle spalle dei finalisti.

Durante la trasmissione di ESPN nei momenti morti era impossibile per i commentatori non far notare il calore e i cori degli italiani.

Più o meno vi abbiamo già riportato quelli più popolari, che hanno preso spunto dall’ambiente calcistico. Qualcuno potrà scherzarci su e dire che il 2° posto di Dario era scontato, visto lo stampo prettamente napoletano di certi cori..

Battute a parte, almeno in questo abbiamo lasciato il segno nella storia delle WSOP. I tedeschi ogni tanti rispondevano con qualche coro più contenuto in sostegno di Ensan. Quando è partito un ironico “Pizza, pizza, pizza” gli italiani hanno poi risposto polemici con “Noi c’abbiamo il sole, non c’abbiamo il mare, voi soltanto la nebbia“. Il tutto sulle note di ‘Sotto questo sole’. Senza farsi mancare anche il classico “Chi non salta un tedesco è“.

I due finalisti non sono rimasti a guardare. A un certo punto, totalmente a caso, Ensan al tavolo ha cominciato a cantare “Bella ciao” seguito da Sammartino che forse voleva un po’ allentare la tensione e combattere la stanchezza.

A voi sono piaciute queste scenette? O le avete trovate un po’ esagerate? Sammartino non ha dubbi e a caldo dopo la fine del Main ha detto: “È stato davvero divertente. Come una finale Germania-Italia di calcio. Perfetto per il poker, ne abbiamo bisogno. Spero che uno dei miei sostenitori un giorno riesca a battermi. Siamo amici e abbiamo un bellissimo rapporto“.

 

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A tanti spettatori, però, il tifo azzurro al Rio è sembrato di cattivo gusto. Molti hanno sollevato obiezioni, chiedendosi se fosse tutto lecito e se i finalisti al tavolo riuscissero davvero a concentrarsi. Tra i più polemici segnaliamo per esempio Kara Scott e Phil Hellmuth durante il commento del tavolo televisivo.

Non sapremo mai effettivamente quanto abbia influito il calore dei nostri sulle prestazioni di Ensan e Sammartino. Per il resto ognuno è libero di pensarla come crede.

Ricordatevi solo che il tifo al tavolo finale del Main è una cosa piuttosto comune e radicata alle World Series. Specialmente negli anni dei November Nine le curve (preparate da mesi) sono sempre state caldissime. Insomma, non sono stati certo gli italiani a introdurre questi comportamenti laggiù a Vegas.

Tornando al rail di Dario, va detto che là in mezzo c’erano altri pezzi grossi del poker italiano come Kanit e Pescatori. C’erano anche big del poker internazionale e tanti amici magari meno famosi. Alcuni volati appositamente a Vegas nei giorni scorsi per Dario. Abbiamo visto gente in lacrime quando è scesa quell’ultima donna sul board.

Mosele per esempio ci racconta: “È stata un’emozione pazzesca. Sono senza voce. Penso non ci sia mai stato un tifo così alle WSOP. Peccato. Siamo andati vicino al braccialetto. Comunque c’era propio un’aria da stadio e tanto coinvolgimento. È stata dura. Li abbiamo sovrastati almeno a livello di tifo. Abbiamo dato tutto per supportare Dario Alla fine è stata un’emozione bellissima“.

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