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il 6 Ott 2018

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Ansia da prelievo: perché dopo un cash-out arriva la badrun?

Ansia da prelievo: perché dopo un cash-out arriva la badrun?

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Ci sono cose inevitabili, come l’influenza, un cartellino giallo a Daniele Conti, la morte e la badrun dopo il cashout.

O forse qualcuna di queste può essere evitata semplicemente perché…Non esiste!

I più arguti di voi avranno pensato che sì, il cashout non è un evento imprescindibile nell’esistenza umana, ma la bad run…

 

Che cosa si intende realmente con bad run?

  • Serie sfortunata di starting hand
  • Cooler preflop imparabili (K-K vs A-A)
  • Cooler in game (come floppare nut al flop e perdere contro l’avversario di turno che fulla runner-runner)
  • Trovare l’oppo ostinato che 5-bet shova da SB con A-3s la nostra apertura/4-bet da BTN con A-A pescando flush nut al flop
  • Varie ed eventuali

In generale con bad run identifichiamo a grandi linee tutto ciò che non gira a nostro favore. Anche perdere qualche flip di fila in fasi particolarmente concitate può farci pensare di essere posseduti dalla Luna Nera, eppure si tratta solamente di pochi lanci della monetina andato dall’altra parte.

Sebbene sia praticamente impossibile definire precisamente i contorni di ciò che intendiamo con bad-run (c’è chi si lamenta della sorte alla prima sessione negativa dopo aver giocato a ROI 300% per due settimane filate) una cosa è sicura, almeno tra gli amatori: appena si ritirano i soldi comincia la discesa!

In parte è vero (se dopo due sessioni MTT ad abi 10 con non meno di 4/500 iscritti a torneo chiuse con ROI 10.000% +  non cominciate a perdere qualche colpo scriveteci pure come fate), in parte è frutto della nostra errata percezione su quel che dobbiamo aspettarci dal giochino. Proviamo a capire perché.

ROIality

Partiamo col grafico di colui il quale, secondo Sharkscope, quest’anno ha incassato più di tutti (ok, KingMaVE911 ne ha vinti 60K solo al Main delle Galactic, ma ha fatto opt-out…) ovvero WhyAlwaysM3. Diciamo che di media il suo ROI si attesta sul 30% nei tornei multi tavolo, ciò significa che per ogni 1.000€ investiti si aspetterà di guadagnare circa 300€.

Parliamo ovviamente di uno tra i migliori esponenti nel panorama nazionale, quindi sarà difficile che il vostro ROI sia superiore a questa percentuale (in caso contrario complimenti!) sul lungo periodo. Come ben sappiamo up e down swing si susseguono senza soluzione di continuità, specialmente negli MTT dove l’elevato numero di partecipanti aumenta la forbice tra atteso e vincite effettive.

Quindi, se dopo aver vinto il vostro Big10 con 1.500/2.000 iscritti per circa 250/300 volte il buy-in investito vi trovate a non fare nemmeno un ITM per dieci giorni di fila nei 5/6 tornei che giocate quotidianamente, non è affatto un dramma.

Quel che, nel concreto, accade è che la legge dei grandi numeri fa il suo corso. Per intenderci, se il giocatore X con ROI 30% investe 1.000€ in una sessione e vince 6.000€ (ovvero ROI 600%) significa che matematicamente vinto il 570% in più di quello che si sarebbe dovuto aspettare.

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Questo comparatore confronta i bonus di benvenuto attualmente verificabili sui siti degli operatori italiani. Questa tabella ha una funzione informativa e gli operatori sono mostrati in ordine casuale.

Se il poker fosse una scienza esatta lo stesso giocatore potrebbe tranquillamente perdere 333€ a serata (giocando quindi a ROI – 33%) ed esser pienamente soddisfatto di quanto fatto nei 10 giorni complessivi.

Per quanto nel breve periodo questi dati possano non avere alcuna rilevanza, nel lungo la casualità degli eventi farà sì che l’atteso rispetti quasi esattamente il guadagno reale, ma soltanto dopo migliaia di tornei (per chi gioca MTT) o centiania di migliaia di mani per i cash-gamer.

Lucy in the sky with diamons

A queste considerazioni, prettamente empiriche, aggiungiamo un caleidoscopio formato gigante attraverso il quale si osserva la realtà dopo aver incassato (e prelevato) una cifra che avrà una determinata influenza nel nostro quotidiano o nel breve periodo. Ecco alcune distorsioni spazio-temporali piuttosto comuni.

  • I flip vanno sempre dall’altra parte: Per vincere quel torneo da 2.000 iscritti avete vinto praticamente 9 showdown su 10 da 6 tavoli left all’heads-up (a prescindere dalle percentuali con cui giocavate vi tornavano indietro). Ora non veniteci a dire che la sfortuna ce l’ha con solo perché avete perso gli ultimi 5 MTT per altrettanti lanci della monetina
  • Percentuali sballate: A volte, invece di considerare le mani in modo oggettivo si tiene conto solo delle percentuali mostrate dalla poker room tra turn e river. Ecco quindi che alcuni colpi al 30% diventano cooler micidiali dopo che l’avversario pesca la sua al river. Insomma, non state badrunnando perché avete fatto cashout, semplicemente le avete messe da sotto…
  • Follia da Chipleader: Tra le tante storture che questo gioco può creare c’è il mito del ‘chipleader pigliatutto’. Ora, avete vinto una bella somma e vi trovate clamorosamente in testa a un altro torneo: perché continuare a giocare mani marginali vs short stack ‘tanto vince sempre quello che ne ha di più‘? Credeteci, non è sempre così!

In linea generale, fare cash-out per un amatore può essere più deleterio di quanto si possa immaginare e non per quanto concerne una particolare ritorsione del server nei confronti del vincitore. Vincere è un conto, essere abituati a farlo è un altro.

Senza capire che ogni vincita, nel poker, deve necessariamente essere considerata in un quadro più ampio, quasi ogni sessione post-vittoria diventerà una selva brulicante di cooler pronti ad attendervi al river…

 

E ora, dopo esservi scatenati coi commenti sulla nostra Fanpage, andate pure a dare uno sguardo ai Cinque errori che gli amatori commettono subito dopo aver prelevato dalla poker room!

 

 

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