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il 2 Lug 2015

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Debutto a Las Vegas con shippo per Federico Butteroni: “Il lavoro nelle fattorie in Australia mi ha rigenerato”

Debutto a Las Vegas con shippo per Federico Butteroni: “Il lavoro nelle fattorie in Australia mi ha rigenerato”

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E’ balzato agli onori delle cronache per la deep run avuta al Monster Stack dello scorso 12 giugno nel quale ha chiuso come miglior italiano in 20° posizione per un premio di 45.633 $.

Ma quello che sta facendo Federico Butteroni a Las Vegas in questi giorni va al di là del singolo exploit.

La settimana scorsa infatti il romano classe 1990 ha trovato l’acuto giusto vincendo il deepstack del Rio da 235$ di buy in dopo aver messo in fila ben 857 partecipanti, mettendo un altro sigillo italiano al torneo dopo quello di Christian Caliumi.

“Abbiamo optato per un deal in heads up ed essendo io sotto in chips 2 a 1 ho preso 25.000 $ lasciandone 27.000 al mio avversario. E’ stato un ottimo deal per me e un risultato che ha fatto tanto morale anche se devo dire che ho runnato veramente bene nell’ultima parte del torneo.”

D’altronde, se è vero che il buongiorno si vede dal mattino, le avvisaglie che la prima esperienza a Las Vegas di Federico sarebbe andata bene sono state evidenti fin da subito:

“Sono partito con il piede giusto: la mia prima volta qui a Las Vegas è iniziata con il ventesimo posto che mi è valso 45.000 dollari, anche se ripartire 17° a 32 left, con in palio una prima moneta di 1.3 milioni, lascia sempre un po’ di amaro in bocca, sopratutto guardando il field di un 1.500 $ che è veramente abbordabile. Penso però che arrivati a un certo punto di un torneo con quel field, le skill ti possono sì aiutare a fare meno errori possibili e ad indovinare le giocate giuste sul lungo periodo, ma la run è comunque padrona. Ho foldato uno spot che mi poteva far raddoppiare a 20 left, ma penso fosse la giocata giusta da fare, come mi hanno confermato anche altri giocatori sicuramente piu esperti di me in mtt tipo Bendinelli e Bognanni.”

Federico si è poi ripetuto nell’evento #59, dove ha brillantemente superato il day 1 ma si è poi dovuto arrendere in 114° piazza: “Sono contento di questo in the money anche se partendo con il doppio dell’average a inizio giornata potevo sicuramente fare meglio. Sono stato deep per i primi due livelli di gioco, poi scoppiata la bolla ho perso due big pot. Nel primo in particolare apre il cut off che si è appena seduto al tavolo con 200.000: a bui 1.200/2.400 fa 5.800, io 3betto 13.400 con AK da bottone e lui decide di flattare.

Flop 910Q e check per due. Turn esce Q, lui fa check io faccio 16.500 lui fa call.

River J e lui donkbetta 30.000 e qui penso che devo passare perchè penso che troppo volte mi girerà full , cosa che infatti aveva con 99.

Su questa mano sicuramente potevo risparmiare quei 13 big blind al river. Non voglio essere resulted oriented ma al river ho sbagliato poiché penso che donkbettando così abbia quasi sempre full Q-J J-J, ma ho messo perché qualche volta vinco anche contro K-Q che può avere nel range.”

Lucida analisi delle mani quindi. D’altronde Federico nonostante i soli 25 anni è già molto esperto al tavolo verde:

“Ho iniziato a giocare a 18 anni nei circoli a Roma e ho sempre abbinato il live all’online. Con le vincite derivanti dal cash game ho provato a shottare qualche torneo del circuito Ipt ma senza grandi successi se si esclude una deep run nel 2010 a Sanremo dove sono uscito 15° in un big pot. Da quel momento nei tornei live solo grandi delusioni, nonostante penso che avessi veramente tanta edge sul field italiano di quel periodo, ma i risultati non sono stati dalla mia parte.”

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Ed è proprio qui che scatta la capacità di giudizio di Butteroni che “a 23 anni, dopo quattro anni di vita alienante dovuta al poker, ho deciso di cambiare totalmente vita e andare in Australia con il working holiday visa, per imparare la lingua anche se il mio inglese era veramente pessimo e fare un esperienza lavorativa normale che mi facesse ritrovare i valori che avevo perso con il poker. Sicuramente fare lavori umili come il lavapiatti e lavorare nelle fattorie in Australia mi ha fatto capire quanto sia dura guadagnare i soldi. Con un nuovo rispetto del lavoro, dopo sei mesi di stop con il gioco ho deciso di iniziare a grindare una partita cash game 2/5 a Perth, dove il livello di gioco è veramente basso, in tutto simile a quello che c’era in Italia sei anni fa. Tutto molto bello ma ad agosto dello scorso anno sono dovuto tornare in Italia per la scadenza del mio visto.”

I mesi passati all’estero lo hanno letteralmente rigenerato e Federico ha così deciso di approdare a Las Vegas per la prima volta:

“Già qualche anno fa, nel mio momento migliore sia a livello fisico che mentale potevo venire negli States. Devo comunque ringraziare BoomBetz che mi ha sponsorizzato il viaggio qui negli States e l’amico Roberto Giovannesi che mi ha aiutato veramente tanto a livello di gioco e di crescita personale .”

federico butteroni

Federico Butteroni al Monster Stack

 

La maturità ritrovata gli ha anche permesso di affrontare i professionisti che si è trovato di fronte nel corso delle World Series con grande serenità:

“Ho giocato tutto il day 1 del monster stack in posizione su Olivier Busquet e in 8 ore di gioco che abbiamo fatto insieme non ha mai giocato uno spot contro di me: sicuramente questo mi ha reso confident dei miei mezzi, poichè ho capito che preferiva giocare spot con altri giocatori al tavole visto che li reputava dead money. Poi è stato divertente al 3.000 $ 6 max aver al tavolo tutto il torneo Joe Hachem. Lui é australiano e non poteva credere alla mia storia legata alle fattorie Australiane. E’ stato molto divertente anche se purtroppo il torneo è andato male visto che sono uscito nell’ultimo livello perdendo un grosso piatto preflop in cui partivo al 70%.”

Serenità ritrovata, buoni risultati e applicazione: sono questi i tre capisaldi della trasferta a Las Vegas di Federico Butteroni.

“Ora sicuramente farò il garantito dell’Aria che ha veramente un bel valore atteso, con un field che sarà veramente molto soft. Poi mi concentrerò sul Main Event delle World Series, vendendo qualche quota visto che mi sento pronto ad affrontarlo a livello mentale e fisico e sto esprimendo veramente un buon poker. Penso che ci siano tutte le carte in regola per fare un buon risultato.”

 

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