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Top 5 – I peggiori momenti del 2015
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Una classifica al contrario.
Per l’ultimo dell’anno abbiamo pensato di riassumere i momenti peggiori vissuti nel mondo del poker da giocatori o addetti ai lavori.
Potremmo definirla una top 5 flop, con una doverosa aggiunta che probabilmente è quella che ha lasciato più rammarico nel cuore dei pokeristi italiani.
5. LA DEBACLE DI HELLMUTH AL BIG ONE DROP
Phil Hellmuth punta ormai tutto sulle World Series of Poker.
Capiti probabilmente i suoi limiti negli high stakes televisivi contro i più forti giocatori di cash game, PokerBrat concentra tutte le sue energie nella rassegna estiva di Las Vegas.
E anche quest’anno ha piazzato il sigillo con la vittoria del 14° braccialetto da aggiungere alla sua collezione.
Braccialetti che potevano però essere 15 se non avesse praticamente gettato al vento la vittoria nel tavolo finale del Big One Drop. Vittoria che poi è andata a Jonathan Duhamel che a Berlino ha compiuto uno straordinario back to back.
4. BRIAN HASTINGS AMMETTE IL MULTIACCOUNT
Brian Hastings era già stato accusato in passato di aver commesso degli errori nel mondo del poker online.
Negli ultimi anni però sembrava essersi dedicato al live e aver lasciato per strada gli errori di gioventù.
Durante le WSOP però mentre vinceva due braccialetti ecco come una mannaia l’accusa di aver giocato con un account non suo sotto mentite spoglie sulle poker room online mondiali.
E Brian Hastings messo alle strette ha dovuto ammettere i propri errori. Ora che ha perso completamente la propria credibilità ci ricadrà Brian?
3. CHEATING ALLE WSOP
La storia del baro alle WSOP ha monopolizzato gli argomenti dei top reg per più di un mese.
Il moldavo Coca ha battuto in heads up i più forti giocatori al mondo come Connor Drinan e Byron Kaverman, vincitore del premio di giocatore dell’anno, barando o in maniera lecita solo con qualche colpo di fortuna?
Tutti erano sicuri della colpevolezza del giocatore dell’est europa ma dopo mesi di indagini le WSOP hanno chiuso il caso e pagato il premio dichiarando Coca innocente.
Epic fail per il mondo dei grinder provenienti dall’online?
2. MAX PESCATORI OUT DALLA HALL OF FAME
Il 2015 sembrava l’anno buono.
Nessun europeo è finora riuscito a entrare nella Hall of Fame del poker e la candidatura di Max Pescatori, dopo la vittoria del terzo e del quarto braccialetto nella stessa edizione sembrava il giusto viatico per il debutto in questa elite di un italiano.
Gli americani però si sono dimostrati ancora una volta sciovinisti e nazionalisti e hanno eletto Jon Juanda e Jennifer Harman, due campioni che entrano con pieno diritto ma che, almeno nel caso della bella Jen, non hanno ottenuto particolari risultati in questa annata.
Che sia il 2016 l’anno buono per vedere un italiano eletto?
1. NEGREANU OUT DAL MAIN EVENT WSOP
Quando Daniel Negreanu si è presentato a due tavoli dalla fine del Main Event WSOP tutti hanno pensato che per il canadese fosse arrivato il momento di coronamento di una carriera epica con il raggiungimento del tavolo finale più importante dell’anno.
E il successivo fold con la Kournikova evitando un mezzo cooler con il futuro vincitore Joe Mckeehen non lasciava molti dubbi sulle ottime probabilità di Kid Poker.
A 11 left però, come nel 2001, il patatrac e Daniel è stato eliminato. Un momento che ricorderà per sempre e che come lui stesso ha candidamente ammesso ha distrutto letteralmente il canadese.
FUORI CATEGORIA
Non ce la siamo sentita di mettere nei top flop le perdite eccellenti che il mondo del poker ha purtroppo dovuto subire, quali quella di David “Devilfish” Ulliott e di Chad Batista.
L’ultimo momento no dell’anno che vogliamo ricordare è un risultato incredibile ottenuto per la seconda volta da un azzurro ma che ci ha lasciato con l’amaro in bocca.
BUTTERONI ESCE OTTAVO DURANTE I NOVEMBER NINE
Arrivare al final table del Main Event Wsop era un’impresa riuscita solo a Filippo Candio.
Federico Butteroni l’ha ripetuta ma si è presentato probabilmente in maniera troppo arrendevole all’appuntamento clou di novembre e l’out in ottava posizione lascia più di qualche rimpianto anche perchè il “Buttero” nazionale aveva unito tutti in un tifo caloroso, quasi da stadio senza dividere l’italia in butteronisti e non.
Rimane un good game per lui ma il tavolo finale per l’italiano è stato sicuramente un momento no.