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il 16 Lug 2013

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Ecco i November Nine

Ecco i November Nine

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Fumata bianca: habemus November Nine. Purtroppo non ci sarà Sergio Castelluccio fra di loro, eliminato a pochi passi dal sogno, 14º per un premio di 451.398$. Il torneo è andato avanti ancora per qualche ora fino a raggiungere il magico numero, il 9. I November Nine torneranno a Las Vegas fra quattro mesi per decidere chi è il vincitore degli 8.359.531$ e del braccialetto da campione del Main Event delle WSOP del 2013.

Non ci saranno due dei giocatori più blasonati che erano ancora i gioco in questo Day7 che si è appena concluso. Yevgeniy Timoshenko è stato uno dei primi eliminati oggi, 22º per 285.408$, un premio che a uno come lui sa veramente di molto poco. Da quando è arrivato ieri oltre i 10 milioni di fiches, Timoshenko non ha fatto altro che perdere colpi e oggi si è dovuto arrendere già nel primo livello.

Neanche troveremo a novembre Carlos Mortensen. “El Matador” si è fermato invece 10º, bubble man del Final Table, nonstante avesse ancora un po’ di margine quando sono rimasti in 10. In effetti Carlos era in quel momento ottavo, ma il raddoppio di Newhouse e un’ultima mano sfortunata l’hanno mandato fuori. Mortensen e JC Tran sono finiti ai resti su un board T963 con tre fiori, Mortensen con asso di fiori e 9 con second pair e flush draw e JC Tran con 78 per la scala. River bianco e Mortensen viene eliminato.

Chi sono allora i November Nine? Sono mostri sacri? Sono tipi fortunati? Giovani, esperti? Giocatori online? Scopriamoli.

Seat 1. Sylvain Loosli, Francia, 19.600.000

Loosli è l’ultimo dei tre giocatori francesi che hanno preso parte al Day7. Forte giocatore dell’online, dove ha fatto più di un milione di dollari di vincite, è invece al suo primo risultato live di rilievo. Finora lontano dal pc era riuscito solo ad arrivare 24º nel EPT di Deauville del 2011, per un min-cash di 2.350€. La mano che ha cambiato il suo torneo è stata una delle ultime del Day6, quando ha trovato un fortunatissimo river contro Danard Petit per raddoppiare i suoi quasi 8 milioni di fiches.

Nel Day7 è stato lui a segnare l’inizio del declino dell’allora chipleader Anton Morgenstern, sixbettando all-in e facendo foldare il tedesco, che consegnava a Loosli in questa mano quasi 4 milioni di fiches. Da questo momento Loosli ha scalato pian piano verso i 20 milioni di fiches fino alla mano in cui si è fatto pagare da Benefield due strade in un piatto tribettato. Allo showdown Loosli ha girato KK per un set e Benefield non ha potuto batterlo. 26 milioni di fiches che sarebbero stati anche 33 qualche mano dopo quando Mortensen gli ha pagato anche i massimi con una doppia coppia per il francese.

A quel punto Loosli sembra essere stato contagiato dalla “sindrome di Alexander” e ha iniziato a perdere tante fiches. Per sua fortuna ha eliminato Livingston e ha avuto un attimo di respiro, ma la caduta l’ha portato dai 33 milioni ai 19 imbustati. Prima ha fatto raddoppiare Brummelhuis per 5 milioni, poi ha perso diversi piatti con Mortensen e altri e alla fine ha rimesso in partita Newhouse con un raddoppio. Ha 4 mesi per stiltare.

Seat 2. Michiel Brummelhuis, Olanda, 11.275.000

Brummelhuis è un giocatore consacrato in Europa, dove ha fatto finora più di 500.000€ di vincite nei diversi circuiti. Non è nuovo comunque alle WSOP, dove ha fatto sette in the money per quasi 200.000$.  Per esperienza sarà sicuramente uno dei giocatori più pericolosi del Final Table.

L’olandese era terzultimo nel chipcount all’inizio della giornata di ieri ma nessun raddoppio veloce per lui. Brummelhuis si è imposto nelle prime ore di gioco maneggiando con precisione uno stack molto ridotto, portandosi dagli scarsi 3 milioni iniziali ai 7 che aveva alla fine del primo livello senza giocarsi nessun all-in preflop. È arrivato addirittura ai 12 milioni per poi scivolare di nuovo fino ai 4 dopo aver perso un piatto molto grosso contro Loosli. È stato proprio contro di lui che Michiel ha giocato l’unico all-in della sua giornata, vincendolo con un river fortunato che gli ha fatto chiudere la scala.

Seat 3. Mark Newhouse, Stati Uniti, 7.350.000

Giocatore con più di due milioni di dollari vinti in carriera, di cui più di uno e mezzo nella tappa del WPT vinta nel 2006 ad Atlantic City. Newhouse è un altro di quelli che iniziavano la giornata relativamente short, con poco più di 5 milioni di fiches ma a lui dobbiamo la distruzione di quello che era in quel momento il chipleader, Anton Morgenstern.

Prima sono finiti ai resti, Newhouse con AQ e Morgenstern con 88. Subito una Q al flop e Newhouse fa il primo raddoppio. Poi una delle mani più importanti della giornata: Morgenstern apre da hijack e Newhouse chiama dal bottone. Flop AA2, cbet del tedesco e call di Newhouse. Turn: 3 e qua parte la fine del mondo, con i reraise che finiscono in all-in. Morgenstern gira AJ per trips ma Newhouse ha in mano 22 per un full. Il river non ribalta la situazione e Newhouse vola a 22 milioni di fiches.

Anche lui, come Loosli, è entrato in una discesa che sembrava non avere fine. Dopo il raddoppio ha perso in poche mani 7 milioni di fiches per poi scivolare di nuovo a solo 6 milioni, avendo perso veramente tanti pot. Newhouse è caduto addirittura a 2.400.000, cifra con la quale è entrato nel tavolo da 10. Solo un raddoppio contro Loosli e l’eliminazione di Mortensen l’hanno salvato.

Seat 4. Ryan Riess, Stati Uniti, 25.875.000

“Riess the beast” è il grido della sua curva. Come dicevamo ieri, è al suo quarto in the money in queste WSOP e non è uno che avrà paura di mettere le fiches in mezzo quando arriverà il momento di farlo. Il giocatore più giovane dei November Nine, dello stesso profilo di alcuni campioni recenti come Eastgate, Cada o Duhamel.

La sua strada verso i November Nine si è cimentata soprattutto nell’ultima parte della giornata, quando “gli altri stavano giocando piano perché volevano fare il Final Table e quindi ho deciso di aggredire“. In effetti, con 13 giocatori rimasti, Riess era sotto i 5 milioni ma poi è riuscito a eliminare Rep Porter e con altri piatti vinti è arrivato ai 18 milioni. A quel punto ha spinto al massimo per macinare altri 8 milioni.

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Seat 5. Amir Lehavot, Israele, 29.700.000

38enne israeliano che ha già un braccialetto WSOP: nel 2011 vinse il Pot Limit da 10.000$, la base delle sue vincite in carriera, che sono di più di un milione e mezzo di dollari.

Lehavot iniziava la giornata undicesimo nel chipcount ma subito è precipitato nelle parti basse e ha flirtato più di una volta con l’eliminazione, come quando finiva ai resti con AJ contro i KK di Matthew Reed. Un A al flop gli ha fatto tornare ai 5 milioni di fiches ma c’era ancora tanta strada da fare. Poi ha avuto la fortuna di trovare Alexander quando era impegnato a regalare le sue fiches a tutti gli altri e ha saputo trovare anche lo spot giusto: il set contro la top pair e il flush draw di Alexander.

Da quel momento ha saputo farsi strada con forza fino ad arrivare ai 25 milioni di fiches. Poi è stato lui a eliminare Castelluccio, trovando un call facile con KK al push con A5 di Sergio. Altri cinque milioni da aggiungere a uno stack che sarà il secondo in gara dopo JC Tran.

Seat 6. Marc McLaughlin, 26.525.000

Dicevamo ieri che poteva essere “la scheggia impazzita” del tavolo di Sergio. E così è stato, con la polemica mano in cui ha flattato fuori posizione alla threebet di Sergio con 85 suited. Non conviene però sottovalutare questo canadese, che è al terzo piazzamento nel top100 del Main Event negli ultimi cinque anni.

Partito nel Day7 nella parte base del chipcount, si è portato oltre i 20 milioni di fiches grazie a diversi piatti vinti sempre contro lo stesso avversario, Chris Lindh, che non riusciva a tenere il passo di McLaughlin. In effetti è stato lui a segnare la fine di Lindh, che gli ha lasciato praticamente tutto il suo stack in diversi momenti della giornata. A differenza degli altri, è praticamente l’unico che non si è sgonfiato una volta arrivato alle parti alte.

Seat 7. JC Tran, Stati Uniti, 38.000.000

Il grande favorito. Due braccialetti WSOP, più di 8 milioni vinti in carriera, sesto in the money nel Main Event negli ultimi 10 anni e sesto in the money nelle WSOP del 2013. Se un giocatore così forte è anche in forma e con un vantaggio di quasi 10 milioni di fiches con il secondo, diventa ovviamente il più grande nemico di tutti gli altri giocatori.

La storia di JC Tran nel Day7 è quella di uno che ha saputo dominare un field in cui sapeva di essere uno dei più forti. Partito con quasi 12 milioni di fiches, ha vinto tanti piatti uncontested e non ha avuto particolare flessioni nel chipcount: il suo stack non ha fatto praticamente altro che crescere durante la giornata. Se a novembre è capace di giocare con la solidità con cui l’ha fatto oggi, sarà veramente difficile non vederlo fra i primi 2-3.

Seat 8. David Benefield, 6.375.000

L’eroe della giornata insiema a JC Tran. Partito ultimo con meno di 20 bui, ora Benefield è un November Nine. Con una grande carriera online qualche anno fa, nel live Benefield vanta comunque più di mezzo milione di dollari vinti.

Benefield ha trovato subito un primo raddoppio contro Lehavot e con l’eliminazione di Colemann è andato oltre i 10 milioni di fiches. Intorno a quella cifra si è mosso per il resto della giornata e come è successo a Newman, solo l’eliminazione di Mortensen gli ha permesso di arrivare ai November Nine. Sarà il più short di tutti ma se riesce a trovare un raddoppio sarà anche uno dei più pericolosi.

Seat 9. Jay Farber, Stati Uniti, 25. 975.000

Giocatore di cash a Las Vegas, Farber è al suo primo in the money nelle WSOP e praticamente al suo primo risultato live. È senza dubbio quello più inesperto e quindi quello che sarà certamente meno prevedibile.

Dopo i prim livelli di ieri, Farber si è trovato a dover difendere uno stack di meno di 5 milioni, poco più di 20 bui. A quel punto è iniziata una scalata degna dei November Nine: prima con un raddoppio su Fabian Ortiz per riportarlo in average e poi in diversi pot dove ha saputo spingere senza necessità di far vedere mai le proprie carte, arrivando così dai 10 ai più di 20 milioni di fiches con i quali ha concluso la giornata e la settimana più proficua della sua vita.

 

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