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il 10 Ott 2014

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Jerome Iozza sul ‘caso Ivey’: “Non c’è truffa, il casinò avrebbe dovuto cambiare il mazzo di carte…”

Jerome Iozza sul ‘caso Ivey’: “Non c’è truffa, il casinò avrebbe dovuto cambiare il mazzo di carte…”

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E’ destinata a far discutere ancora a lungo la sentenza contro Phil Ivey, secondo cui il player americano, durante una sessione di Punto Banco datata 2012, avrebbe sostanzialmente barato, riuscendo a togliere al casinò Crockfords di Londra la folle cifra di 7,7 milioni di sterline.

Il campione avrebbe praticato l’edge sorting, metodo con cui, grazie a un’accurata preparazione, sarebbe riuscito a ‘leggere’ le carte attraverso la grafica del dorso delle stesse.

Secondo il giudice John Mitting, dunque, Ivey si è preso un vantaggio che non avrebbe potuto prendersi, in quanto non previsto in quel gioco. Da qui l’accusa di aver barato.

Per fare luce sull’intricata questione, o almeno per provarci, abbiamo contattato Jerome Iozza, direttore di una delle più importanti scuole di formazione per croupier presenti in Italia.

 

IPC: Iozza, vado subito al dunque: ritieni Ivey colpevole o no?

Jerome Iozza: E’ difficile dirlo, perché è stato assecondato in tutto e per tutto, anche nell’uso di quel determinato mazzo di carte. Non è da considerare una truffa comunque, semplicemente perché i casinò talvolta si assumono dei rischi. Se un cliente facoltoso, ad esempio, chiede di aprirgli un tavolo con dei limiti minimi e massimi più alti e poi lui vince, la casa da gioco non può non pagare quanto deve. Se, però, ritenevano stesse facendo qualcosa di irregolare, allora avrebbero dovuto fermarlo molto prima, non farlo arrivare a quasi otto milioni di pounds di profit. In primis, comunque, non gli avrebbero dovuto permettere la scelta del mazzo di carte.

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IPC: Jerome, ci spieghi, dunque, in cosa consiste l’edge sorting? Serve abilità per imparare tale pratica?

JI: L’edge sorting permette di riconoscere le carte ‘leggendo’ le grafiche sul dorso. Ivey, sicuramente, le ha studiate per parecchio tempo, ma il mazzo non lo ha di certo portato lui da casa. Non è comunque una cosa semplice e non la sanno fare tutti. Non è neanche illegale, ma i casinò non accettano che questa pratica venga utilizzata. Stesso discorso che per i ‘contatori’ del Black Jack insomma…

IPC: Come credi possa aver fatto il casinò a ‘smascherare’ Ivey?

JI: Probabile che se ne siano accorti proprio perché Phil non nascondeva quello che stava facendo, ha agito, diciamo, in buona fede. E’ una situazione sicuramente non chiarissima, ma altresì lontana dall’essere una truffa. Il casinò sarebbe dovuto intervenire molto prima cambiando le carte, ma forse sperava che Ivey potesse iniziare a perdere qualcosa, fatto che non è però avvenuto. A discolpa della casa da gioco, però, va anche detto che non tutti i giorni capita di avere a che fare con l’edge sorting…

 

 

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