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il 15 Lug 2015

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Dal VPIP al WTSD, le statistiche di Federico Butteroni nelle 219 mani del Day7 Main Event WSOP

Dal VPIP al WTSD, le statistiche di Federico Butteroni nelle 219 mani del Day7 Main Event WSOP

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Per riuscire ad essere il secondo italiano nella storia dopo Filippo Candio ad approdare tra i November Nine, Federico Butteroni ha attuato una strategia molto conservativa in tutto il day 7, dovuta soprattutto alla difficoltà del tavolo in cui era seduto, ma anche ad uno stack che raramente permetteva giocate fantasiose.

Se tutte le mani giocate da Federico nell’ultima giornata di scontri non vi sono bastate per capire il gioco espresso dal nostro November Nine, ecco a voi le statistiche dell’italiano da 27 left al Final Table!

VPIP/PFR: 11,9/7,0

Federico è entrato in gioco il 12% delle volte, e l’ha fatto aggredendo il 7% delle mani di giornata. Il motivo principale dello spread è la difesa del grande buio, che Federico era piuttosto restio a lasciare agli avversari con facilità.

Le due statistiche hanno avuto un grosso calo a 18 left: fino a quando c’erano tre tavoli, Federico stava giocando 16,6/12,8. Un po’ di run non felicissima nella distribuzione delle carte, oltre all’emozione di avvicinarsi al tavolo più sognato dai pokeristi, hanno portato il romano a tirare il freno a mano. Al tavolo finale a dieci, comunque, Federico non è entrato in nessuna delle 22 mani giocate.

 

3BET: 6,4

Butteroni ha sfruttato il 6% di tutte le occasioni che ha avuto per 3-bettare (anche in questo caso la cifra era più alta a 3 tavoli left).

Un dato sicuramente onesto, che difficilmente avrebbe potuto essere più alto visti i continui rilanci da Early Position e le 3-bet prima che fosse lui a parlare.

In ogni caso raramente Federico ha deciso di cold-callare da una posizione diversa dal BB -ed altrettanto raramente ha 3-bettato dai blinds- preferendo quasi sempre assumersi il ruolo di aggressore se in posizione su qualcuno che ha fatto azione prima di lui.

C-BET FLOP

Della statistica C-bet flop non riportiamo il valore percentuale per il semplice motivo che Federico ha c-bettato una unica volta in tutti i colpi che ha giocato da aggressore (Hand #40, 2 tavoli left), preferendo spesso checkare sulla prima street per vedere il turn o lasciare la parola al suo avversario e poi decidere l’azione.

Ovviamente non per questo Federico ha giocato passivamente tutte le mani, semplicemente ha preferito il check-call o la delayed c-bet (o ancora il leading quando non era l’aggressore) alla continuation bet canonica.

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WTSD: 29,4

Butteroni è andato allo showdown il 29,4% delle volte che ha visto il flop. L’entità di questa statistica è dovuta a due fattori principali: la difesa (e i rari check) dal BB, che ovviamente alzano il numero di flop visti, e la presenza di avversari dallo stack stretto che pushando mettevano sempre Federico davanti ad un bivio, non sempre facile da imboccare.

W$WSF: 41,1

Federico si è aggiudicato il 41,1% dei piatti in cui ha visto il flop. Avendo comunque vinto alcune mani preflop la somma dei pot vinti in totale supera quelli persi.

Anche questo dato dipende molto dalla difesa e dal check dal BB oltre che dai push degli avversari nei piatti in cui era coinvolto.

AFq: 44,4

L’aggression frequency (frequenza nell’aggressione, calcolata come [bet+raise]/[bet+raise+call+fold], valore che tiene conto delle action totali postflop per dare un valore numerico all’aggressività di un giocatore) si assesta a 44,4%, un numero abbastanza elevato.

Infatti, come possiamo notare nella lista delle mani giocate da Butteroni, quando il romano ha trovato gli spot per aggredire non si è mai fatto scappare l’occasione, pur sapendo sempre quando era il caso di fermarsi.

 

Ovviamente questi numeri di per sé non vogliono dire poi molto sul gioco del romano, dato che si basano su un campione molto basso di mani (219) e sono strettamente correlati alla run di breve periodo, ma possono dare un’idea a chi le interpreta di come sia stato il flow del game e lo stile di gioco mantenuto ieri dal nostro Butteroni.

Scopriremo se Federico manterrà la stessa condotta fra quattro mesi, quando i November Nine si riuniranno di nuovo a Las Vegas e l’Italia continuerà il tifo per il suo campione al grido di “Daje Butterò!” .

 

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