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il 13 Lug 2019

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Sammartino al final table nonostante tutto: Sono stato malissimo per tre giorni durante il Main

Sammartino al final table nonostante tutto: Sono stato malissimo per tre giorni durante il Main

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Per la terza volta nella storia potremo seguire un italiano al final table del Main Event WSOP di Las Vegas.

Ma non un italiano qualsiasi: il napoletano Dario Sammartino è attualmente il n° 2 della Money List del nostro Paese. Se arrivasse almeno sul podio di questo Main supererebbe l’amico Kanit in testa alla classifica degli italiani più vincenti di sempre nei tornei live!

Eppure la presenza di Dario al tavolo finale ha quasi del miracoloso. Perché? Per diversi motivi. In primis perché è stato molto male durante i primi Day del Main e si è perso diverse mani in vari livelli. Ai colleghi di Poker Central ha detto addirittura che era pronto ad abbandonare il torneo se non fosse stato proprio il Main WSOP.

Ricordiamoci poi che a circa 100 left Dario era uno dei più corti del count, eppure è riuscito a rimontare. E poi ha subito comunque alcune sportellate pesanti in fasi importanti del torneo, affrontando avversari tostissimi come Esfandiari o Greenwood.

Il nostro Dario ne ha parlato in varie interviste nelle scorse ore. Durante il Day 7 si è concesso per esempio al microfono di Sarah Herring di PokerNews e ha detto: “Ora mi sento benissimo ma sono stato davvero male per tre giorni consecutivi al Main. Dal Day 2 al Day 4 per l’esattezza. Stavo malissimo e ho dovuto prendere molte medicine. Non riuscivo neanche a parlare. Volevo solo andare a letto. Mi faceva male lo stomaco, la gola e la testa. In più avevo febbre alta. È stata dura ma penso che la nostra mente in un certo senso lavori meglio quando si è stanchi. Non hai l’energia per arrabbiarti o pensare a cose stupide. Forse questa cosa mi ha aiutato, non lo so“.

Riguardo allo scontro con Sam Greenwood e a una mano in particolare del Day 6, ecco cosa dice Dario: “Cerco sempre di prendere tell dagli avversari. Se li rendo nervosi è più facile. Ma di solito sono molto amichevole al tavolo“.

Per finire Dario elogia il Main americano e ci fa voglia di prendere l’aereo il prossimo anno: “Questo torneo è completamente diverso da qualunque altro torneo. Di solito io gioco solo per vincere ma in questo caso sono contentissimo anche di essere arrivato tra i finalisti. Io ne ho giocati parecchi di eventi importanti ma nessuno è paragonabile. Consiglio a tutti di giocare il Main, è il torneo migliore al mondo“.

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Ora prepariamoci a tifare per Dario nel tavolo più importante al mondo. Contro tutto e contro tutti. Aggiungiamo l’errore della dealer che a 11 left ha sbagliato il count di uno stack avversario e ha fatto praticamente perdere a Dario 5 milioni di chips in più in uno showdown con 10-10 contro Q-Q. Dario, a quanto pare, ha chiamato l’all in avversario preflop pensando che Nick Marchington avesse 17 milioni di stack (come dichiarato dalla dealer) e invece ne aveva 22. Ovviamente poi Dario ha dovuto aggiungere la differenza, come da prassi.

A caldo dopo il Day 7 il buon Dario ha infine dichiarato ai colleghi: “Sognavo di fare questo final table da quando ho iniziato a giocare a poker. Vi prometto che farà del mio meglio“.

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