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il 9 Set 2015

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“Se i braccialetti peseranno avrò qualche chance!” Pescatori sulla Hall Of Fame, presenta gli altri candidati

“Se i braccialetti peseranno avrò qualche chance!” Pescatori sulla Hall Of Fame, presenta gli altri candidati

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Una sensazione incredibile, un’emozione fortissima.

Parole e tono fanno capire subito che per Max Pescatori la nomination per entrare nella Poker Hall Of Fame è una attestazione bella grossa.

Del resto difficilmente potrebbe essere altrimenti, quando capisci di essere entrato nella Storia e che presto potresti diventare addirittura Leggenda (maiuscole d’obbligo in questo caso).

“E’ bellissimo perchè mi ritrovo assieme a tanti altri giocatori che stimo e che han fatto la storia del poker, da Bjorn a Ulliott passando per Juanda e Mortensen, tra i dieci nominati  ci sono un po’ tutti quelli che ancora non sono nella Hall Of Fame pur meritando a pieno titolo di starci”

Sulle reali possibilità che alla nomination segua l’ingresso tra gli immortali del poker, Max si dimostra non troppo fiducioso ma comunque possibilista:

“Sarà difficile essere tra i due prescelti perchè se guardo i nomi sono tutti potenziali vincitori, ma allo stesso tempo hanno tanti delle pecche nel loro resumè, quindi dipende veramente dal metro che userà la Giuria. Se dovesse guardare ai titoli WSOP potrei essere uno dei tre papabili insieme a Mortensen e Juanda, però ad esempio lo spagnolo è uno che ha sempre fatto poco per promuovere il poker, appena si alza dal tavolo prende e va a casa”

Per Max la sua nomination alla Poker Hall Of Fame può essere vista come il sigillo della statura mondiale raggiunta dal poker italiano negli ultimi tempi:

“In Italia abbiamo avuto il vantaggio di essere la prima nazione veramente legale, i primi ad avere una legge chiara sul poker. Negli anni mi aspettavo che molti più italiani vincessero braccialetti… Certo, a volte siamo stati sfortunati: ricordo bene l’Heads-up di Isaia in vantaggio 14:1, e come lui ricordo Gianluca Speranza col 75% delle chips in HU perdere entrambi il braccialetto. Diverse volte ci siamo andati vicino ma obiettivamente non ne abbiamo vinti tanti: 4 braccialetti negli ultimi 5-6 anni è un risultato scarso. Oggi abbiamo giocatori costanti in top 10-20 GPI come Musta e Sammartino che si fanno valere a livello europeo e negli States. E’ ovvio che da loro ci si aspetti qualcosa di speciale per le WSOPE. La Germania è Europa, a livello di tassazione per un italiano è più facile andare e giocare: sono fiducioso che arriverà un braccialetto azzurro”

Se gli si chiede di scegliere tra l’ingresso nella Poker Hall Of Fame e la vetta della All Time Money List Italia, in cui due settimane fa è stato scalzato da Musta, il Pirata non ha il minimo dubbio:

“Preferisco la Hall of Fame che è per sempre. La vetta della Money List Italia è senza dubbio un qualcosa di bello, ma non è la stessa cosa anzitutto perché è nazionale invece che internazionale. A parte che per me è obiettivamente difficile competere per la ATML, visto che in questo momento non gioco tanti tornei alti. Ho dato la mia stoccata quest’anno alle WSOP ma so che sarà difficile tornare in vetta visto che Musta, ma anche Sammartino, ormai sono regular degli High Roller. Ma la Hall Of Fame è un’altra cosa: basti pensare a Daniel Negreanu, Phil Hellmuth e Stu Ungar…”

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Max presenta dunque i rivali che quest’anno gli contendono l’ingresso nella Hall Of Fame. In larga parte, per lui sono anche e soprattutto amici.

Bjorn è un amico, siamo andati tante volte a cena assieme visto che anche lui ama il sushi come me. E’ molto forte, gioca cash game al mio stesso livello e nei tornei ha tantissimi cash WSOP, ben 74. Gioca da più di 20 anni perchè ancora si diverte, ha due braccialetti ed è molto corretto al tavolo

David Chu è un altro fenomeno, ha 70 cash WSOP e 5 braccialetti, se non sbaglio in carriera ha vinto 7,9 milioni di dollari. Al tavolo è molto tranquillo e sempre corretto. 

Bruno Fitoussi lo conosco perchè era il manager del Club Aviation di Parigi. Ha fatto un bel po’ per il poker transalpino ma mi pare che non abbia nessun braccialetto in carriera: ricordo che fece secondo nel 50k, quindi ha comunque raggiunto bei risultati, ma a livello di braccialetti non regge il paragone con gli altri.

Jennifer Harman è la quarta volta che è in nomination, la conosco da tanto tempo… All’inizio della mia carriera la frequentavo davvero tanto. Lei ha dato molto al poker, principalmente gioca i biggest cash game anche nella mitica Bobby’s Room, credo sia l’unica donna ad averci giocato costantemente. Come titoli WSOP ricordo che quando iniziai aveva due braccialettti e ne ha due anche adesso: da questo punto di vista per lei non è andata benissimo negli ultimi dieci anni, ma l’aver giocato le partite più grosse al mondo è sicuramente un punto a suo favore. 

John Juanda è un fenomeno vero, quasi sono sorpreso che ancora non sia entrato nella Hall Of Fame. Credo dipenda dal fatto che non è molto amato. Io ci ho parlato tante volte e mi piace chiacchierare con lui, però allo stesso tempo è uno che al tavolo piange sempre, anche se magari ha vinto un milione la sera prima. Proprio per questo non è molto amato dai giocatori nonostante sia molto corretto… Secondo me questa cosa può aver influenzato la sua non presenza nella HOF. 

Carlos Mortensen nel 2001 ha vinto il Main Event WSOP e poi il WPT Championship, è l’unico al Mondo ad averlo fatto, quindi è uno che a livello di titoli ha raggiunto qualcosa di pazzesco. Ci ho giocato tante volte, i suoi nei sono che non gioca cash e non promuove il poker: è un fenomeno ma questo motivo potrebbe pesare.

Devilfish ha un braccialetto e un WPT Title con 6 milioni vinti lifetime, il suo primo cash risale al 1993. L’ho conosciuto ad Aruba, con me è stato molto gentile e mi ha divertito. Era un bel personaggio: ricordo che nel 2005 a Londra prese il microfono del Casinò e si mise a cantare in sala Elvis Presley. Era davvero carismatico e simpatico da avere al tavolo, oltretutto un ottimo giocatore soprattutto in PLO. Purtroppo è venuto a mancare troppo presto e anche per questo motivo ha ottime possibilità di entrare: lo conoscevano tantissimi ed era molto amato.

Sul tournament director Ty Stewart e il fondatore dell’Irish Poker Open Terry Rogers non mi pronuncio perchè non saprei come compararli ai giocatori. “

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