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il 23 Apr 2021

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Chance Kornuth: Ecco perché mi sono arreso nella challenge contro Phil Galfond

Chance Kornuth: Ecco perché mi sono arreso nella challenge contro Phil Galfond

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Chance Kornuth è un giocatore americano di grande successo, che solo su Hendon Mob riporta vincite per oltre 7 milioni e mezzo di dollari e due braccialetti WSOP.

Di recente si è sentito parlare di lui per il record -causa pandemia- della chip lead più lunga della storia al WPT Gardens: Chance è rimasto in vetta dal 13 gennaio 2020 fino al Final Table che è stato giocato appena un mese fa.

Per coincidenza potrebbe fare da pubblicità alla scuola di poker appena aperta da Chance, appunto la Chip Leader Coaching.

L’altro motivo per cui Kornuth è stato spesso nominato negli ultimi tempi è la Galfond Challenge, nella quale dopo aver accumulato un pesante passivo Chance si è arreso a 10.000 mani dalla fine.

Intervistato da PokerNews, Kornuth ha raccontato come si è preparato alla sfida e perché ha deciso alla fine di give-uppare.

Come mi sono preparato alla Challenge

Per molti è stato sorprendente quanto Kornuth sia stato capace di tenere testa a Phil Galfond, riuscendo a portarsi in vantaggio anche di $350.000 contro uno dei migliori giocatori di Pot Limit Omaha al mondo.

“In realtà già dopo il Black Friday mi ero più o meno specializzato nell’Heads Up PLO, nonostante non giocassi sui siti principali. Anche se quando ho accettato la challenge non giocavo da un bel po’, il mio PLO era ancora abbastanza in forma.

Però ho avuto bisogno di molto aiuto con lo studio. Avevo la mia routine fisica, la routine mentale, e qualcuno che faceva tutte le analisi sui solver di cui avevo bisogno.

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Per esempio ero preparato a una strategia preflop che mixava raise e limp, ma Phil aveva zero limp. Questo significa che rilanciava di frequente, e quindi che il suo fold alla 3-bet aumentava, e allora la mia percentuale di 3-bet è dovuta salire da 13 a 15.

Studiare e imparare bene cose come le texture da c-bettare è stato davvero divertente per me. È diverso rispetto allo studio del NLHE Heads Up perché nell’Hold’Em la maggior parte delle mani sono ‘sempre check’, ‘sempre fold’, molto più semplice.

Il motivo per cui io e Phil stavamo così tanto tempo a fare azione era perché molte mani che abbiamo giocato si dovevano mixare, ad esempio 60% delle volte bet, 40% check, e per ogni mano si doveva guardare il generatore di numeri random e decidere se era il caso di deviare dalla strategia ottimale basandoci su come stesse giocando in quel momento l’altro.”

Perché Chance si è arreso a Phil Galfond

Per molti non è stato chiaro il motivo per cui Chance si sia arreso nonostante mancassero ancora 10.000 mani alla fine del match. Soprattutto considerando che c’era una side bet in palio da $250.000 in caso di sconfitta, ma di $1.000.000 in caso di vittoria!

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“Rispetto alle sfide contro Actionfreak e Venividi la nostra sfida è stata molto più lenta, e io non volevo certo stare mesi della mia vita a combattere contro il migliore al mondo! L’ho fatto anche un po’ per marketing e pubblicità per la mia scuola di poker.

Comunque sono felice di averlo fatto; anche se ho perso un po’ di soldi, le skill che ho appreso decisamente mi ripagheranno almeno per i prossimi 5 o 10 anni.

Il motivo per cui mi sono arreso è stata una combinazione di cose. La prima è che mancavano circa 10.000 mani ed ero sotto di 750.000 dollari, le mie possibilità di recuperare erano piuttosto basse.

Alle primissime fasi del match ero sotto di qualche centinaio di migliaia di dollari, poi ho avuto un rush e stavo decisamente runnando bene, ma ero anche confident perché vedevo che foldava quando bluffavo e chiamava quando valuebettavo. Tutto stava andando davvero bene.

Poi quando ha avuto la sua seconda impennata, quello che lo ha portato alla vittoria, mi sono accorto che le cose non erano più le stesse. Alcuni miei bluff trovavano call sorprendenti in spot che non mi aspettavo.

Penso che abbia fatto qualche grande aggiustamento. Se guardi la fase intermedia della challenge ho avuto qualche vittoria a 6 cifre di fila. Sono solo 5 buy in, ma giocando 500 mani a sessione succede una certa percentuale di volte.

E quando questo ha smesso di accadere è diventato molto chiaro che Phil avesse fatto qualche adjustment, che avesse capito qualcosa del mio gioco.

Ora forse ho una buona idea di quali spot fossero, ma in quel momento e mentre stavamo giocando era molto più difficile identificarli.

Ho realizzato che Phil aveva un’edge ragionevole, e le mie possibilità di rimontare e vincere la side bet erano così basse che non giustificavano future perdite nel match.”

 

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